I dibattiti

Potere, sesso e inchieste alla Rsi

È giunto il momento, per il bene e il futuro dell'ente radiotelevisivo, che qualcuno spieghi con trasparenza ai cittadini cosa stia capitando

La connivenza tra potere, denaro e perversione sessuale, non è mai stata agli onori della cronaca come ai giorni nostri: jet set, politica, così come una parte della giustizia, hanno accumulato una serie vergognosa di scandali.

Alle nostre latitudini, proprio mentre si svolgeva il processo bis all’innominabile funzionario del DSS, accusato di coazione sessuale, e mentre  i vertici della SSR toglievano dalle mani del direttore RSI Maurizio Canetta lo scottante dossier sulle molestie avvenute nei corridoi di Comano, a causa di suoi commenti  giudicati “scherzosi”, su Netflix è passato il documentario sulla ripugnante vita di Jeffrey Epstein: noto miliardario americano, proprietario di un’isola privata sulla quale regalava massaggi erotici e orge agli amici suoi ospiti. Il magnate è stato poi accusato di abusi sessuali e di traffico internazionale di minori (10'000 ragazzine non sono uno scherzo!). Il caso ci ricorda ancora una volta come il potere nella nostra società sia facilmente considerato una sorta di benevolo lasciapassare per fare i propri comodi, anche con la vita degli altri. Il documentario pone infatti in evidenza le frequentazioni di Jeffrey Epstein con gli uomini più influenti al mondo, da Bill Clinton e Donald Trump, passando per il principe Andrea d’Inghilterra, i quali hanno, a loro modo, permesso a Epstein di fare le sue porcherie per decenni. L’élite che lo aveva favorito, lo rinnegò solo una volta incarcerato, negando persino le frequentazioni di fronte all’evidenza delle fotografie. Finì misteriosamente suicida, ad un mese dall’arresto, dopo che per anni, per bocca dei suoi avvocati, aveva screditato e umiliato le ragazze abusate. Insomma, un copione che si ripete spesso in questi casi.

Per tornare a casa nostra, facendo le dovute distinzioni, si sta assistendo a un crescendo di tentativi inaccettabili di sminuire le responsabilità delle persone coinvolte in questi affari, come se si potesse disgiungere à la carte l’importanza del ruolo pubblico, e di potere, dalla responsabilità nel comportamento.

Senza (per ora) entrare nel merito, ha intristito l’opinione pubblica lo sforzo messo in scena dall’ex funzionario responsabile delle politiche giovanili,  accusato di coazione sessuale, e dal suo difensore Niccolò Giovanettina, di capovolgere lo stato delle cose tentando di far passare la vittima per farneticante, umiliandola nuovamente, suscitando anche la protesta del collettivo femminista  Io l’8 ogni giorno, e lo sdegno pubblico di una delle ragazze abusate.  

Mentre per questo caso non c’è più da stupirsi, a destare oggi nuovo sgomento è il comportamento dei vertici della RSI e della SSR che, implicati nella delicata inchiesta su presunti abusi, di fronte ai cinguettii semi pornografici del direttore Maurizio Canetta, li hanno superficialmente liquidati come: “commenti dal tono scherzoso, anche se inappropriati”. Canetta, che sia chiaro, non ha fatto del male a nessuno.  Egli si è semplicemente intrattenuto con degli sconosciuti sui social, trovando interessante  dire la sua a domande del tipo: “quanti di voi hanno provato a succhiarselo da solo?”. Oppure commentando la foto di una donna in posa osé, riferendosi ai seni prosperosi. Commenti non sussurrati al compagno di banco delle elementari, ma scritti e visibili urbi et orbi su Twitter.   

Come se non bastasse, a quanto sembra, i vertici della SSR pare fossero a conoscenza di questi commenti già lo scorso aprile, ben prima di affidargli maldestramente la responsabilità di condurre l’inchiesta sulle molestie denunciate da alcune dipendenti RSI; inchiesta toltagli di mano proprio in questi giorni. Che Canetta si sia scusato in un qualche modo va bene. Ciò che non va bene è che a Comano non tutti abbiano capito la gravità dell’accaduto, dato che anche il solerte Quotidiano, molto attivo a sguinzagliare le truppe quando si tratta delle questioni altrui, ha fatto finta di nulla, e Canetta entra ancora tutte le domeniche nelle nostre case, con la trasmissione Il gioco del mondo.

Danilo Catti, in un articolo apparso mercoledì scorso, solleva delle questioni gravi, quali ad esempio che l’inchiesta è poi stata affidata a quadri dirigenti RSI, potenzialmente implicati nella faccenda. Noi, come molti cittadini, non siamo in grado di sapere se ciò corrisponde al vero. Sarebbe però giunto il momento, per il bene e il futuro della SSR e della RSI, nonché dei molti dipendenti che svolgono con passione e onestà il loro lavoro, che qualcuno spieghi con trasparenza ai cittadini cosa stia capitando.