L'istituto comunale non è un rudere da buttare. Se si venderà il terreno cosa ne sarà dell'edificio, in pieno centro paese?
Alternativa Gordola (già Partito Socialista) e il gruppo Lega-Udc Gordola hanno lanciato il referendum contro il risanamento della Scuola elementare al Burio, più precisamente contro i crediti approvati dal Consiglio comunale il 26 ottobre 2020. La vicinanza con le elezioni comunali di aprile, per i due gruppi d’opposizione (anche se poi siedono in Municipio), ha sicuramente avuto un peso determinante nella decisione. Gli argomenti usati sono pochi e fanno prevalentemente leva sulla paura: struttura fatiscente, non a norma e costi non prevedibili.
La realtà non è proprio così, come ben documentato nello “Studio di fattibilità” (arch. M.Galfetti, Viganello febbraio 2019) dove a pag. 15/16 si può leggere: “… le superfici esistenti della scuola elementare Al Burio, senza contare le 2 sezioni di scuola dell’infanzia oggi ospitate, sono correttamente dimensionate per ospitare sino a 306 allievi, quindi con un apprezzabile margine rispetto alle previsioni future di 250 allievi iscritti; gli unici deficit rilevabili sono relativi ai posteggi e all’area sportiva esterna: i primi comunque contemplati nel progetto di risanamento (se ne prevedono 27), la seconda non difficilmente prevedibile attraverso una diversa disposizione degli spazi esterni esistenti”.
Inoltre, a pagina 19: “Le attuali scuole comunali Al Burio hanno espletato la loro funzione per quasi 50 anni, ospitando nei propri spazi, ancora funzionali e correttamente dimensionati, diverse generazioni di bambini di Gordola …. il luogo è facilmente raggiungibile dal nucleo, copre un buon bacino di utenza (1’441 abitanti, cfr. cap. 2.3) e non è soggetta a fattori ambientali negativi da mitigare (assenza di zone di pericolo e carichi fonici sotto i valori minimi di pianificazione)”.
Come si vede, una scuola ancora funzionale e correttamente dimensionata, non proprio un rudere da buttare! Riguardo al costo, i due gruppi anti-Burio danno per acquisita l’equazione: risanamento uguale esplosione del moltiplicatore. Alla domanda, perché questo non può valere per la scuola nuova? La risposta è stupefacente: costruiamo alla Monda e vendiamo il terreno al Burio a fr.1'500 il metro quadrato. Una genialata la potremmo definire se stessimo giocando a Monopoly, ma qui non stiamo giocando e la realtà è ben diversa. Pur dando per scontato, ma non lo credo, che il terreno al Burio possa valere questa cifra e che l’interesse tra le persone facoltose sarà talmente alto che ci sarà la fila degli acquirenti, resta un piccolo problema da risolvere: questo terreno non è costruibile. A Piano regolatore è riservato per attrezzature ed edifici di interesse pubblico (zona Ap/Ep); inoltre la scuola è iscritta come monumento storico comunale. Se al Burio non ci sarà più la scuola e non venderemo il terreno cosa ne sarà dell’edificio? Resterà un rudere in centro paese?