I dibattiti

Sì al reparto di ostetricia e di neonatologia dell’Obv

Chiudere il servizio spingerebbe le partorienti del Mendrisiotto verso Lugano e verso la struttura privata

Il professor Giorgio Noseda (Ti-Press)
7 agosto 2020
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A Mendrisio l’ostetricia e la neonatologia sono nuovamente attive dall’inizio di questo mese. Ma le nuvole non si sono ancora completamente diradate e il futuro del reparto maternità rimane incerto. Le stesse considerazioni valgono per l’Ospedale La Carità di Locarno, sul quale pure pesa la minaccia di chiusura di queste sezioni.

Esprimo il mio parere come ex-primario all’Ospedale Beata Vergine, ma soprattutto come relatore al Gran Consiglio della Legge del 1982, che ha istituito l’Ente ospedaliero cantonale, con il compito di mantenere una medicina di prossimità sul territorio cantonale mediante un ospedale multisito, vicino quindi ai pazienti.  In questo articolo mi esprimo unicamente su maternità e neonatologia, cioè sul progetto mamma-bambino, ma considerazioni analoghe valgono per la pediatria.

Il parto è un evento fisiologico. Secondo l’Ufficio federale della salute pubblica (Ufsp), il 90 per cento dei parti avviene senza complicazioni e può essere condotto da una levatrice professionale, con il picchetto di un medico specialista in ostetricia, di un collega in anestesiologia e di uno in pediatria, pronti a intervenire in caso di complicazioni.

Il Mendrisiotto è una regione di circa 50mila abitanti e negli ultimi anni ci sono in circa 300 nascite all’anno. Nonostante la denatalità che ha colpito tutte le regioni del nostro cantone vi è quindi quasi una nascita al giorno. E non è poco, se pensiamo ai problemi che creerebbe alle partorienti e alle loro famiglie lo spostamento in un’altra regione, specialmente se abitano in paesi discosti, per esempio in Valle di Muggio.

Per migliorare la qualità dell’assistenza, solo i parti a rischio, quindi solo circa un 10 per cento, vanno giustamente concentrati in una struttura cantonale specializzata. Ma dove andrebbero le partorienti se il reparto di ostetricia e neonatologia dell’Obv venisse definitivamente chiuso? Probabilmente nella vicina regione luganese. Si recherebbero nella struttura pubblica? Cioè all’Ospedale Civico, il cui reparto già è saturo? Personalmente sono convinto che una buona parte si farebbe ricoverare nella Clinica Sant'Anna, con un evidente indebolimento del settore pubblico.

Già con la proposta di modifica della Legge ospedaliera del 2016 si proponeva di chiudere il reparto di ostetricia dell’Ospedale Civico e di trasferirlo alla Clinica Sant'Anna. Si introduceva il cavallo di Troia delle privatizzazioni, con l’intento e il pericolo di indebolire il settore pubblico. Per fortuna il 'no' ha prevalso nel referendum.

La salute non è un bene negoziabile. La fornitura di beni sociali essenziali, come la salute, deve essere gestita dal servizio pubblico e non secondo le leggi di mercato, come afferma l’Organizzazione mondiale della salute.