Lugano

Lugano, troppi soldi per avere ingegno

Dopo gli anni di studio a Zurigo e ad Amsterdam, la possibilità di tornare a vivere in Ticino mi entusiasmava. Lugano sembrava il luogo adatto: tutti i servizi di una città e il verde a 5 minuti. Vivendo qui, spesso dimentichiamo quanto siamo fortunati. Eppure è come se Lugano ti respinge. Non è a misura di pedone e di ciclista, i marciapiedi sono stretti, le zone a 20/30 km/h poche e trafficate, le piste ciclabili insoddisfacenti. Ogni volta che aggancio il carrellino alla bici per portare i bimbi al parco, mi ci vuole coraggio, perché muoversi a Lugano è pericoloso. In Svizzera siamo il fanalino di coda della mobilità: in nessun’altra città il rapporto tra i chilometri percorsi con i mezzi pubblici e i veicoli privati è così basso. Sembra il quadro del traffico urbano di un centro industriale degli anni Ottanta.
La politica cittadina, poi, anziché progredire, sembra voler arretrare. Invece di potenziare i trasporti pubblici nelle zone periferiche, si creano più parcheggi. Si pensi alla ristrutturazione dei parcheggi all’imbocco del Sentiero di Gandria, un progetto che risale agli anni Settanta: una spianata di asfalto con scomode panchine di cemento armato. Perché ostinarsi a portare avanti errori clamorosi del passato e per giunta costosi? Si pensi al rilancio dell’aeroporto, o ai palazzetti del Pse, costosi e anacronistico, l’ennesimo grande investimento immobiliare in una città con un problema di sfitto e un preoccupante calo demografico.
Se è la necessità che aguzza l'ingegno, allora forse a Lugano abbiamo ancora troppi soldi, si ripropongono vecchie ricette, insostenibili dal profilo ambientale e che contribuiscono soltanto a rendere la città sempre più invivibile. Il territorio e i suoi abitanti sono le vere risorse della città. Lugano dovrebbe averne più cura.