Ricordo quando da bambino seguivo le partite del Locarno calcio accompagnato, oltre che da mio padre, dal bratwurst della buvette o dalle patatine del chiosco. Il connubio perfetto era quello: attività e convivio.
Penso che negli spazi pubblici e nelle zone di ristorazione debba essere il più possibile così: dove c’è un’attività deve esserci possibilità di mangiare e bere, e viceversa. Mi piace immaginare che in Piazza grande, se mi fermo nella terrazza di un ristorante o su una panchina con un panino gourmet, posso guardare l’esibizione di un mimo o di un clown, ascoltare un violinista o un duo jazz, vedere un'installazione di un artista, un pittore all’opera, una mostra di foto.
Laddove invece non ci sono ristoranti o bar (vedi parchi e alcune zone del lungolago per fare degli esempi) potrebbe essere potenziato il coinvolgimento dei food truck: camioncini con cibi e bevande di vario tipo che, spostandosi nei luoghi dove si riunisce la gente, possano proporre la loro offerta. Anche in rotonda, sempre che sia possibile creare il parco intergenerazionale, bisognerà prevedere una zona con tavolini per il pic-nic oppure, per l’appunto, affidarsi ai food truck. Penso che questo non toglierebbe clientela ai ristoranti; sarebbe un’offerta complementare.