Da più di trent’anni il dibattito politico locarnese è incentrato sulla ridefinizione di Piazza Grande. Un nuovo concorso internazionale di architettura relativo al centro cittadino, che certamente necessita di ammodernamento, sta per concludersi. Ritenere che al termine di questa procedura Locarno avrà risolto il suo rapporto con la piazza è illusorio, ricordo che già nel 1989 l’architetto Luigi Snozzi vinse un analogo concorso con un progetto concreto ed esemplare che purtroppo non ottenne mai il dovuto sostegno dalle autorità comunali. Se l’architettura, le superfici e l’arredo svolgono un ruolo importante per il ripristino della qualità urbana, occorre non dimenticare che una piazza mantiene una sua vivacità, al di là dei grandi eventi, se vi si trovano all’interno funzioni tali da garantire l’afflusso di persone in tutte le ore del giorno: occorre quindi mantenere la residenza primaria e i servizi ad essa collegati, in particolare quelli volti a conciliare lavoro e famiglia, come anche alcune funzioni amministrative.
È necessario inoltre dotarsi di condizioni quadro che stimolino l’imprenditoria, ad esempio incentivando i giovani ad aprire nuove attività commerciali con specifiche azioni di formazione e l’esenzione dal pagamento delle tasse amministrative per un beve periodo. Sostenere i piccoli commerci e artigiani locali e i ristoranti e bar con terrazza che puntano sulla qualità agevolandoli con una regolamentazione chiara per l'uso ragionato degli spazi pubblici. Non da ultimo bisogna favorire il trasporto pubblico da e verso la piazza. Il concorso d’architettura non dovrà dunque essere considerato un punto d’arrivo, ma la prima di una serie di misure concrete volte a far riprendere a Piazza Grande il ruolo che le spetta al centro delle vite dei locarnesi.