Como si sta spopolando: nascono sempre meno bambini

In provincia di Como continua l'inverno demografico. Si fanno sempre meno figli. Una tendenza che emerge dai dati del primo semestre di quest'anno e dalle previsioni dell’Istat che delineano una curva in costante discesa. Nel 2024, fino a giugno, in provincia sono nati 1'810 bambini. In città nei primi sei mesi di quest'anno i nuovi nati sono 256, il 3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Ed è attorno a questa percentuale che le previsioni statistiche immaginano di concludere l’anno con 3'600 neonati, un centinaio meno del minimo storico già toccato nel 2023. Un’altra piccola riduzione che si somma a quelle che, anno dopo anno, si sono accumulate a partire da ormai 15 anni.

Secondo i neonatologi del Sant’Anna e del Valduce è stato raggiunto il livello più basso di nascite e la platea delle donne in età fertile non lascia immaginare un'inversione di tendenza. Ogni donna oggi fa in media 1,2 figli e arriva al parto a 33 anni, l’età dei padri invece ha superato i 36. Occorre mettere in conto ricadute di tipo economico, sociale e sanitario. Nell’ultimo decennio la provincia ha visto una riduzione di nascite pari al 28,7%, il capoluogo del 26,7%. Il contribuito dei migranti si è molto ridotto dopo la crisi economica, anche le donne straniere rimaste fanno sempre meno figli.

Chiuderanno otto scuole entro il 2026

A Como, il sindaco Alessandro Rapinese ha deciso di chiudere entro il 2026 ben otto scuole (dell’infanzia a Ponte Chiasso, media ‘Don Milani’ di Sagnino, asili di Prestino, via Volta, via Varesina e salita Cappuccini e le due primarie di via Perti e via Brogeda a Ponte Chiasso). Una decisione che sta provocando un terremoto: proteste in Consiglio comunale, manifestazioni in città che lasciano indifferente Rapinese che continua per la sua strada. Anche perché ci sono dati che gli stanno dando ragione: Como si sta spopolando. Nel 2013 i residenti erano 83'830, attualmente sono 80'913. E ciò non lo si deve solo alla denatalità: continuano a calare coloro che si trasferiscono in riva al Lario. Un andamento in controtendenza rispetto a tutti gli altri capoluoghi lombardi che registrano una crescita dei residenti. Como rischia di diventare un resort di lusso per turisti.