In otto anni nella provincia di frontiera si registra un calo del 26% di neonati. In aumento gli ultracentenari
Mai così pochi nati in provincia di Como. In otto anni il calo delle nascite è stato del 26%. Nonostante l’inverno demografico, i residenti nella provincia lariana sono in aumento, soprattutto in alcuni comuni di frontiera. Lo si deve alla crescita del frontalierato: chi lavora in Ticino prende casa a ridosso della frontiera. È quanto emerge dall’Istituto nazionale di statistica italiano (Istat) che in questi giorni ha chiuso il bilancio demografico 2023 e che segna quasi ovunque un ennesimo calo delle nascite.
A Como i neonati venuti alla luce sono stati 3’738 (3’780 nel 2022), mentre fino al 2020 ne nascevano almeno 4mila. Nel 2015, anno in cui è iniziato l’inverno demografico in provincia di Como, ne sono nati 5’042. In otto anno il calo è stato dunque del 26%. Nel capoluogo le nascite lo scorso anno sono state 534, in calo rispetto ai 546 neonati del 2022. Dai dati dell’Istat si apprende che la speranza di vita in provincia di Como è pari a 82,1 anni per gli uomini e 84,1 per le donne.
Nonostante l’inverno demografico il numero di residenti nel Comasco non scende (598’604 al primo gennaio scorso contro i 597’117 del 2023), anche il dato relativo agli abitanti nel capoluogo è stabile (83’799 a gennaio 2024 contro 83’691 del 2023). Più in generale in Italia si assiste invece a una lieve flessione. La provincia di Como seppure in misura contenuta è in controtendenza nei comuni di frontiera, soprattutto quelli dell’Olgiatese, dove dai 2021 allo scorso anno, i residenti sono sensibilmente aumentati, così come sono cresciuti i frontalieri, tanto che si parla di comuni-dormitorio. A fronte di un continuo calo delle nascite a Como e provincia aumentano gli anziani. Anche gli ultracentenari, sono 206 in provincia e 40 in città (erano 143 e rispettivamente 33 nel 2019).