Non si ferma la rete di spaccio di stupefacenti nelle zone boschive del Varesotto e del Comasco da cui si servono anche ‘clienti’ dal nostro cantone
A pochi chilometri dal confine con il Ticino, i boschi delle province di Como e Varese sono da tempo teatro di un intenso e ramificato spaccio di stupefacenti. Un'attività gestita soprattutto da magrebini e organizzata in modo capillare, con una rete di "sentinelle", turni di riposo in hotel per gli spacciatori e un sistema di bivacchi nelle aree dove la boscaglia è più fitta che fungono sia da riparo, sia da base per la preparazione delle dosi di droga da vendere ai bordi delle strade limitrofe ai clienti direttamente dalle loro auto tramite contatti preventivi su Whatsapp, come una sorta di inquietante drive-in.
Un mercato della droga a cielo aperto che conta anche numerosi consumatori svizzeri, come dimostrano i numerosi sequestri di franchi svizzeri in possesso degli spacciatori, e la recente notizia dell'arresto di una ragazza ticinese scambiata per una complice dei pusher e successivamente scagionata. Una delle ultime operazioni, in ordine di tempo, ha portato all'arresto di un pusher nella zona di Pianbosco, parte del comune di Venegono Superiore e ricadente all'interno dell'area del Parco Pineta, una delle zone più aggredite dal fenomeno.
Una mappa di alcuni dei luoghi teatro di operazioni contro lo spaccio nei boschi
La rete degli spacciatori negli ultimi mesi si è avvicinata sempre di più al Ticino: di recente, alcune operazioni dei reparti speciali dei Cacciatori dei Carabinieri hanno smantellato diversi bivacchi in Valganna e Valcuvia nonché nei pressi di Luino a Cunardo e nella zona del Biviglione, a pochissima distanza dalla Tresa. Tali operazioni hanno dimostrato, oltre che la diffusione del fenomeno, anche la pericolosità degli spacciatori coinvolti: oltre a droga e soldi, sono state sequestrate anche pistole, kalashnikov e fucili a pompa. Per non parlare dei frequenti scontri fra bande di pusher, che hanno causato anche dei morti nelle zone interessate. Nel mese di maggio, si è rischiata probabilmente una tragedia quando uno degli spacciatori, sorpreso dai Carabinieri, ha imbracciato e puntato un fucile a pompa venendo immediatamente bloccato con un taser.
La lotta allo spaccio nei boschi è attualmente condotta principalmente dai Carabinieri dei comandi provinciali di Varese e Como e delle stazioni locali, coadiuvati sul campo dai "Cacciatori", i reparti speciali addestrati a operare in zone impervie. Per approfondire il fenomeno, considerata la vicinanza geografica e i legami con il Ticino, nel corso della prossima settimana laRegione pubblicherà un reportage dai luoghi interessati, con interviste ai protagonisti del contrasto allo spaccio e materiale audio/video a documentare le operazioni sul campo.