Per i due uomini, residenti nel Varesotto, si ipotizza il reato di autoriciclaggio di denaro derivante da truffe finanziarie in Ticino
Un riciclaggio alla rovescia quello di due soggetti residenti nel Varesotto e nei confronti dei quali la Guardia di finanza di Varese ha sequestrato beni per un milione di euro. Denaro derivante da reati commessi in Canton Ticino.
I finanzieri del comando provinciale di Varese hanno eseguito un decreto preventivo emesso dal Tribunale varesino in cui si ipotizza il reato di autoriciclaggio di denaro derivante da truffe finanziarie in territorio ticinese. Il sequestro è stato disposto al termine di un’attività svolta in coordinamento rogatoriale con la Procura di Lugano, che aveva già indagato sui componenti di un sodalizio, formato da residenti in provincia di Varese (alcuni dei quali di origine campana), che dal 2018 al 2020 si sarebbero resi responsabili di reati di truffa ai danni di imprese elvetiche.
I soggetti avrebbero acquistato merce di ingente valore da alcune aziende svizzere, per un totale quantificato in oltre 320mila euro, senza provvedere al relativo pagamento. Fatti per i quali alcuni degli indagati dopo l’arresto in Ticino sono già stati condannati in primo grado.
Attraverso indagini su numerosi conti correnti italiani, i finanzieri di Varese hanno ricostruito molte operazioni finanziarie sospette consistite in ricariche di denaro contante (da parte dei soggetti indagati dalla Procura di Lugano) effettuate su carte prepagate intestate all’amministratrice di una società che gestisce un centro di raccolta scommesse sportive di Varese.
Inoltre gli investigatori hanno effettuato approfondimenti finalizzati alla ricostruzione del patrimonio accumulato dai soggetti sottoposti a indagine, rilevando che, proprio nel periodo di commissione delle truffe in territorio svizzero, si è registrato un incremento del valore patrimoniale, che risultava in sproporzione rispetto ai redditi dichiarati ai fini delle imposte e non giustificato da altre entrate regolari.