Il Maggio Musicale Fiorentino si avvia al ‘tutto esaurito’ per la sua 86esima edizione. Una breve storia e uno sguardo al programma di quest'anno
Ha una storia lunga e gloriosa alle spalle il Maggio Musicale Fiorentino che, giunto all’86esima edizione, ha preso il via la scorsa settimana nel Teatro che ne porta il nome. Festival musicale – e non solo – tra i più antichi d’Europa, terzo in ordine di tempo dopo Bayreuth e Salisburgo, nasce nel 1933 per volontà del direttore d’orchestra Vittorio Gui e del marchese Luigi Ridolfi, che qualche anno prima aveva fondato la locale squadra di calcio con il nome di A.C. Fiorentina, quasi sulle orme del conte Giovanni de’ Bardi che nel XVI secolo fondò la Camerata da cui nacque il melodramma e nel contempo dettò le regole del calcio storico. Prendendo ispirazione dalle feste musicali, cantate e danzate (maggiolate) che animavano Firenze a partire dalla fine del Duecento per Calendimaggio, il festival nasce con l’intento di promuovere nuovi compositori e di recuperare opere dimenticate, senza trascurare il teatro di parola, chiamando all’appello il fantasmagorico regista tedesco Max Reinhardt per un Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn nel Giardino di Boboli e il rigoroso, essenziale regista francese Jacques Copeau per una Rappresentazione di Santa Uliva con musiche di scena di Ildebrando Pizzetti nella basilica di Santa Croce: due modi opposti di intendere la regia teatrale, che creano subito schieramenti e dibattiti.
Un altro aspetto fondamentale è il progetto che coniuga la dimensione performativa con le arti figurative, una specie di Gesamtkunstwerk, nel quale sono coinvolti i più importanti pittori, scenografi e artisti del tempo, da Giorgio De Chirico a Felice Casorati, da Toti Scialoja a Gino Severini e a Mario Sironi. Nel dopoguerra, un indimenticabile Troilo e Cressida di Shakespeare con la regia di Luchino Visconti, la scena unica e quasi ipnotica di Franco Zeffirelli che si snoda tra i viali e le alture del Giardino di Boboli a fare da sfondo alla guerra tra greci e troiani, audacemente trasferita da Visconti stesso sul piano di una medievale ‘chanson de geste’, uno straordinario cast di interpreti dell’epoca – Benassi, Ricci, Tofano, Gassman, Stoppa, Mastroianni, la Morelli, la Zareschi e la De Giorgi–, sigla l’edizione del 1949. Dopo Vittorio Gui, tra i direttori musicali e artistici del Maggio ricordiamo Bruno Bartoletti, Riccardo Muti e Zubin Mehta, che, ancora oggi attivo, compirà come suo solito gli anni (88) sul podio del festival, a dirigere la ‘sua’ storica Turandot che con la regia di Zhang Yimou ottenne un successo trionfale a Pechino negli anni ’90.
Il Maggio non ha conosciuto solo successi e glorie, ma anche momenti difficili, come quello attuale. Negli ultimi vent’anni il teatro ha subito tre commissariamenti, causa un’improvvida gestione che ha provocato un ‘buco’ di oltre 50 milioni di euro ora in via di risanamento. Le speranze sono riposte nel nuovo sovrintendente Carlo Fuortes, insediatosi di recente, già sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, al centro di un intricato valzer politico di poltrone, conclusosi –sembrerebbe – a Firenze. Ma il teatro – la sua orchestra e il suo coro, le maestranze, il personale tutto – hanno reagito con la forza di un’eccellenza acquisita nei decenni sotto la guida di personaggi come lo stesso direttore emerito Zubin Mehta e il suo attuale direttore principale Daniele Gatti, il cui mandato in scadenza getta un’incognita sul futuro. Dopo una stagione lirico- sinfonica seguita e di qualità, ecco ora il programma dell’86esimo Maggio con molte date già felicemente sold out, a cominciare dal concerto inaugurale del 13 aprile. La citata Turandot con Mehta alla fine del mese (21 aprile-3 maggio), la nuovissima opera tragicomica tratta da Voltaire di Fabio Vacchi Jeanne Dark (14-18 maggio) e Tosca (24 maggio-8 giugno) diretta da Gatti con la regia di Massimo Popolizio e con le scene di Margherita Palli sono alcuni fra i titoli più richiesti. Tutte le informazioni e biglietti al sito www.maggiofiorentino.com.