L'emozione di chi, giovani inclusi, ha ascoltato la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen con Francesco Piemontesi
E squillino le trombe. E i giovani ascoltano. Con il trittico diretto da Jeremie Rhorer si è conclusa la 78esima edizione delle Settimane Musicali di Ascona. Solo chi è stato presente all’evento può rendersi conto di quanto pathos ha attraversato il cuore di chi è stato all’ascolto martedì sera. Il programma con musiche di Strauss, Ravel e Tchaikovsky è stato eseguito dalla Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, vincitrice quest’anno del Gramophone Award. E le aspettative non sono andate deluse, anzi. Hanno ascoltato tutti, senza mai demordere incantati dai brani.
Il primo pezzo di Richard Strauss, Metamorphosen, ha richiesto la partecipazione di 23 archi solisti che hanno intrecciato un maestoso contrappunto. Francesco Piemontesi ha dato prova del suo virtuosismo al pianoforte durante il concerto in Sol di Ravel che era senza dubbio il momento più atteso della serata, in linea con il fil rouge dell’edizione di quest’anno, dedicata alla musica francese del XX secolo.
Il terzo brano in programma ha coinvolto tutta la Kammerphilharmonie, 55 musicisti, per 42 minuti, concentrati nell’esporre il “destino tormentato” di Tchaikovsky. È stato veramente un momento di forte impatto emotivo ascoltare questa quarta sinfonia che è un’opera dell’autore più maturo. La Deutsche Kammerphilharmonie Bremen è capace di interpretare un ventaglio di opere ben diversificato avvalendosi dell’affiatamento dei suoi musicisti che sono notoriamente in grado di suonare anche senza direttore, pur avendo dal 2004 la grande opportunità di essere diretti da Paavo Järvi, che li ha portati ai massimi livelli.
Nelle file di noi ascoltatori ho visto una classe di scuola media accompagnata dal loro docente, è segno che la promozione ‘Studenti gratis’ sta funzionando anche nelle scuole. Tornando alla musica eseguita, il concerto di Ravel prevede la partenza del ‘carrozzone musicale’ allo schiocco di una frusta, ma c’è stato un leggero impiccio dovuto alla svista del direttore che non si era reso conto che il pianista si stava ancora sistemando quando ha dato l’avvio. Ma noi subito abbiamo preso tutti il ‘volo’ e siamo finiti con l’ascoltare quella bella fantasia di Maurice Ravel con del jazz, della musica popolare, un po’ di barocco etc., così come solo le avanguardie sapevano comporre all’inizio del secolo scorso. I diversi cambi di tempo nel primo movimento del concerto hanno evidenziato l’intesa tra il direttore il pianista e l’orchestra. Sempre delicato muovere con precisione tutti i musicisti in cambi di tempo così radicali, ma l’affiatamento dell’orchestra le idee chiare sia del direttore che del pianista hanno portato l’esecuzione a livelli di eccellenza.
Chiaro e luminoso è apparso l’adagio assai, parte centrale del concerto, offrendo punti di climax emozionanti. Il pianista con la sua bravura ha reso di facile ascolto l’esagitato terzo tempo dove le linee melodiche ricavate all’interno della miriade di arpeggi hanno fatto del pianoforte uno strumento orchestrale pieno di colori. E così, dopo il lungo applauso è stato concesso il bis di pianoforte a un pubblico entusiasta. Il ‘Claire de Lune’ di Debussy ha incantato tutti. Per fortuna Rete Due ha registrato l’evento, così rimarrà negli archivi della Svizzera Italiana per essere ascoltato dagli appassionati che non sono potuti venire.
Ebbene questa volta di giovani ce n’erano, anche grazie alla lungimiranza del progetto “entrata libera ai ragazzi”, che hanno usufruito del meglio presente sulla piazza in questo momento.