Venezia 79

Avere novant’anni e festeggiarne 79: (anche) questa è Venezia

Apertura in due tempi per la Mostra del cinema più antica al mondo: il film ‘White Noise’ preceduto da una pre inaugurazione per i 200 anni del Danieli

Julianne Moore (in chiaro) guida la giuria della 79a edizione della Mostra di Venezia
(Keystone)
31 agosto 2022
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Amleto aveva meno dubbi. Al Lido di Venezia la Mostra internazionale d’arte cinematografica festeggia l’essere la manifestazione cinematografica più antica al mondo: la prima edizione si tenne tra il 6 e il 21 agosto 1932. Al contempo festeggia pure il 79° compleanno. Il fatto è che nel 1933 la Mostra non si tenne e nel 1934 si trovò legata alla più ampia Biennale; nel 1936 nacque la prima Giuria Internazionale, anni furono persi per la Seconda Guerra Mondiale e le molte situazioni verificatesi negli anni ’70 dello scorso secolo. Ecco spiegati i due anniversari.

Mentre niente chiarisce la confusione nella distribuzione dei biglietti online, che porta il semplice critico di giornale a comprare i biglietti con le sale mezze vuote. In qualche modo siamo riusciti a vedere alcuni film, tra cui le due pellicole inaugurali. Già, perché l’apertura si è svolta stranamente in due tempi. La pre inaugurazione è andata in scena dopo la festa sulla terrazza del Danieli, con un pessimo ritratto del volgare mondo femminile presente. In occasione dei 200 anni dell’hotel sono state presentate immagini dei film girati al suo interno curate dallo storico veneziano Carlo Montanari, celebrate con crêpes al caviale, baccalà mantecato e zuppetta di pesce, conditi con cocktails della casa e la proiezione con accompagnamento orchestrale dal vivo di "Stella Dallas". Dramma familiare firmato da Henry King nel 1925, con la sceneggiatura della leggendaria Frances Marion tratta dal libro di Olive Higgins Prouty pubblicato nel 1923. Il film è interpretato dalla mitica Belle Bennett (Milaca, 22 aprile 1891 – Los Angeles, 4 novembre 1932) una delle prime grandi dive del cinema, con una luminosa carriera fermata da un cancro. Applauditissimo, "Stella Dallas" ha rivelato a molto pubblico giovane la forza narrativa del periodo d’oro del cinema muto. La Stella del titolo è una semplice donna amante della vita e incurante dell’apparire che, per un caso tragico si trova, lei di classe operaia, a sposare un uomo di classe più alta con lui ha una figlia. La figlia crescendo decide di stare con lei, rinunciando alle facilità che la classe più elevata del padre può offrirle. La giovane non fa però i conti con l’amore che sua madre sente per lei, un amore disposto al sacrificio della propria vita per quella della figlia. Tra gli interpreti Douglas Fairbanks Jr. che ottenne il primo grande successo.

La seconda inaugurazione, quella da tv, si è avuta con "White Noise" black comedy scritta e diretta da Noah Baumbach che l’ha tratta dall’omonima novella di Don DeLillo. Siamo qui immersi nella cultura post modernista, che ignorando l’idea storica di una precisa narrativa si diverte a vagare sul genere black senza porsi problemi. Allievo di Wes Anderson, Baumbach, non ha le stesse caratteristiche del maestro di un sarcasmo umoristico, che qui fatica a emergere, preso com’è il regista a narrare, a capitoli troppo cadenzati, una storia incapace di volare tanto è pesantemente sottolineata. Il regista ci porta a conoscere una famiglia allargata con lui e lei sono reduci da quattro matrimoni. Lui, Jack Gladney (un ingrassato e ingessato Adam Driver) è ritenuto in una università californiana il più grande esperto di Hitler; lei, Babette (una discontinua Greta Gerwig) insegna ginnastica agli anziani e passa il tempo a letto con un uomo che sembra saper dissolvere con qualche pillola la sua paura di morire. Noah Baumbach compone un ritratto impietoso degli odierni Usa, senza saper raggiungere un preciso obiettivo ma fermandosi in generiche situazioni. Resta comunque una traccia di critica, secondo alcuni, capace, di confermare i dubbi di Putin sulla decadenza dell’umanità occidentale. Questo per una precisa mancanza espressiva che caratterizza la regia del film, forse non meritevole della serata inaugurale, ma capace di provocare discussioni.

Intanto a Venezia dopo una notte di pioggia e una fredda e grigia mattina è riapparso il sole e le spiagge si sono nuovamente riempite. Si dice che il Lido non abbia mai vissuto una stagione così bella, ma la maggior parte delle persone non sa che c’è un festival del cinema e il problema principale dei giovani del luogo è che le vacanze stanno finendo e presto ricomincerà la scuola.