Venezia 79

‘White Noise’ apre una Mostra impreparata e vacillante

L’edizione 2022 della Biennale di Venezia dedicata alla cinematografia si svolgerà da domani al 10 settembre. Ventuno le ‘pellicole’ in Concorso

Una scena da ‘White Noise’ di Noah Baumbach con Adam Driver
(Keystone)
30 agosto 2022
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La 79esima Mostra cinematografica di Venezia (31 agosto - 10 settembre) apre con il grigio di un cielo dove pallido si nasconde il sole. Ma forse il sole si nasconde di fronte ai problemi di una Mostra che arranca su internet, ferma ancora al lento andare delle gondole o al placido ondeggiare dei ferry, bene adatti alle mostre sull’arte e l’architettura e fors’anche della musica.

Questa Biennale del cinema che si vanta delle sezioni virtuali, non riesce a far funzionare la biglietteria digitale, lasciando in panico centinaia di disperati che vagano per internet come anime in pena. Certo chi deve vedere i film per scriverne fatica a trovare il tempo per battersi per un biglietto con chi è abituato a comprar concerti rock in qualche secondo. Sicuramente è un’evoluzione che Walter Benjamin aveva previsto, questa Mostra nata con l’aura decantata dell’Arte cinematografica naufraga nel più bieco scadimento di oggetto di consumo.

Certo ci sono i film e ci sono le madrine – qui la televisiva Rocío Muñoz Morales – e un applaudito ma invisibile (a parte sui grandi schermi) tappeto rosso. C’è anche un piccione entrato per caso in sala stampa, che con mira precisa punta a defecare su un computer qua e uno là, avendo sbagliato luogo, Piazza San Marco è di là del canale.

Il peso della politica: Russia assente

I film ci sono e tanti: 21 quelli in Concorso, dodici battono bandiera Usa, sette quella francese, quattro le pellicole italiane, chiaramente ci sono le coproduzioni e tra le altre nazioni si legge tre volte il Regno Unito e due l’Iran; una volta ciascuno per Belgio, Messico, Argentina, Irlanda e Giappone, mancano due continenti interi l’Africa e l’Oceania, ma anche paesi come la Cina e la Russia, e qui, forse, la politica ha avuto il suo peso.

Certo che in diversi film fa capolino la politica, a cominciare dall’atteso ‘Nuclear’ di Oliver Stone, documentario fuori concorso, in cui il celebre regista prende decisa posizione a favore del nucleare come unica possibilità vera per la produzione di energia, spiegando che sono i signori del gas e del petrolio a spingere per le fonti rinnovabili. Già si annunciano manifestazioni per il 9 settembre, giorno in cui il film sarà presentato.

Intanto La Mostra si apre domani, 31 agosto, con il film in concorso ‘White Noise’ di Noah Baumbach prodotto da Netflix, e anche questo è un segnale lanciato dal direttore della manifestazione Alberto Barbera contro Cannes, dove Thierry Frémaux ha chiuso le porte alla potente piattaforma statunitense. Un film che si annuncia sulla paura di morire da parte di uno studioso di Hitler, interpretato dal solido Adam Driver; al suo fianco Greta Gerwig, compagna del regista e annunciata interprete di un film sulla famosa bambola Barbie.

Tra le sezioni – piene di film italiani soprattutto nella Settimana della Critica e alle Giornate degli Autori (dove passerà anche un curioso film che Abel Ferrara ha dedicato a Padre Pio) – non si trova un titolo svizzero, forse perché finiti tutti a Locarno? O forse perché una cosa importante che manca a Venezia è il mercato: ed è il mercato che trascina i film nazionali a Berlino, Cannes e non a Venezia. Ed è per questo che la Mostra del Lido apre alle piattaforme unica strada che hanno preso o che prenderanno i film qui presentati.

Oltre a ‘Padre Pio’, il festival resta su un sacro più attuale con ‘In viaggio’ di Gianfranco Rosi; qui di casa nel 2013, quando il suo ‘Sacro GRA’ vinceva il Leone d’oro come miglior film alla 70ª Mostra. Questa volta Rosi ripercorre i viaggi di Papa Francesco attraverso i filmati che li documentano, non a caso Rosi racconta di essere stato colpito dal fatto che nel 2021, Papa Francesco abbia compiuto un importante viaggio in Medioriente, Iraq e Kurdistan, cioè negli stessi luoghi che il regista aveva raccontato in ‘Fuocoammare’ e ‘Notturno’.

Leone alla carriera per Catherine Deneuve

Uno strano incontro. Nella lunga vigilia, si è svolta la festa più esclusiva e importante della Mostra, quella organizzata da ‘Cinema Danieli - An Unforgettable Love Story’, sulla leggendaria terrazza dell’Hotel Danieli, dove si incontrano tutto lo staff del Festival, la Giuria e i primi divi che da oggi sfileranno, a cominciare da Catherine Deneuve venuta a prendersi un Leone alla carriera dopo aver qui vinto sul campo una Coppa Volpi come miglior attrice per ‘Place Vendôme’ di Nicole Garcia. Era il 1998, un’altra epoca, allora ad aprire il Festival era stato Steven Spielberg con ‘Salvate il soldato Ryan’.