Aspettando un ricco 2022, ‘Love all, trust a few, do wrong to none’ è la nuova canzone, per una versione ‘new prog’ del musicista
Il camaleontico Marco Santilli torna in versione canzone e dunque lo dobbiamo chiamare Marco Santilli Rossi. Si cimenta con William Shakespeare e un telegrafico estratto dall’opera teatrale ‘Tutto è bene quel che finisce bene’ (‘All’s Well that End’s Well’), quel ‘Love all, trust a few, do wrong to none’ (Ama tutti, credi a pochi, non fare del male a nessuno) ora titolo di un singolo nel quale a voce solista, clarinetto (marchio di fabbrica), percussioni, tastiere e chitarre si aggiungono altre voci, ‘gregoriane’, grazie a un ensemble ironicamente denominato (dall’autore) ‘The Monks of St.Illi’: «È stata un’idea di Urs quella di registrarmi 20 volte all’unisono per dare al messaggio un tono ‘sacrale’, a mo’ di sentenza. Il tutto con la dovuta ironia: non mi prendo mai troppo sul serio, trovo che già tanti lo facciano egregiamente, ma pure a loro voglio bene (è lo shakespeariano “love all”, ndr). Importante è che la musica la si faccia sul serio, per rispetto della stessa e del pubblico». Urs è Wiesendanger, fido produttore e amico che ha suonato le tastiere e scelto con Santilli i suoni: «Abbiamo registrato quest’autunno, come di consueto ai Powerplaystudios di Maur (Zh), con le chitarre di Claudio Cervino. Io ho cantato le parti del coro a 4 voci, per poi moltiplicarmi per venti. E ho aggiunto i miei clarinetti».
Perché William Shakespeare? «L’embrione di questo brano risale al 2016, quando mi venne commissionata una composizione per coro e clarinetto basso nel 400esimo della morte dello scrittore. Come testo scelsi questa massima di Shakespeare, poiché sempre attuale e metricamente ben malleabile». Su www.marcosantillirossi.com, ‘Love all, trust a few, do wrong to none’ va sotto la sezione ‘new prog’: «Nessuna conversione, può capitarti pure il prog se spazi tra vari stili. Sono restio alle classificazioni, poiché spesso imprecise (talvolta capita di leggere una categoria e poi senti tutt’altro...). Avendo dovuto sceglierne però una per la ditta di distribuzione di musica online, Urs mi ha consigliato questa. Il progressive di per sé mi intriga, seppure non l’abbia ascoltato molto non è escluso che sia un po’ in me, ma “indirettamente”, avendo suonato pure musica classica moderna dalle strutture e armonie complesse, cui il prog è debitore».
Lo Shakespeare santilliano, o il Santilli Rossi shakesperiano, ci porterà sino all’anno nuovo, da festeggiarsi con «una canzone omaggio ai ruggenti anni 20, spensierata e speranzosa». Poi il secondo album art pop, quello nuovo del nonetto (in coproduzione con Srf2 Kultur) e un Ep di musica elettronica con il musicista Simone Menozzi. Il tutto, confidando nelle date del primo trimestre dell’anno, che includono anche il suo primo accompagnamento di un film muto. «Mentre Shakespeare continuerà a ‘perseguitarmi’ (ride, ndr): in primavera, all’Operahaus di Zurigo, dovrò suonare nella musica di scena di Macbeth».