Presentato il programma della 34ª edizione del festival, a Bellinzona (e online) dal 13 al 20 novembre
Tanti film, ovviamente, ma anche ospiti internazionali – come Milena Vukotic e Alessandro Gassmann – e poi laboratori, mostre, workshop: dopo il difficile 2020 con un festival tutto online, Castellinaria ha presentato in conferenza stampa un’edizione in presenza e completa di tutto. Verrebbe da dire “come prima della pandemia”, ma sarebbe un errore perché il festival del cinema giovane di Bellinzona è cresciuto o, meglio, «è stato costretto a crescere» come ha spiegato la presidente Flavia Marone sottolineando il grande sforzo fatto dallo staff. La 34ª edizione che si svolgerà dal 13 al 20 novembre vedrà infatti nuovi progetti, nuove collaborazioni e una programmazione “doppia”, perché per non abbandonare i nuovi pubblici raggiunti l’anno scorso il festival tornerà all’Espocentro ma continuerà ad avere una ricca proposta online.
Capovolgiamo quindi il solito ordine e iniziamo dalle “attività collaterali” – che poi tanto collaterali non sono e che sono state presentate dalla direttrice operativa Cristiana Giaccardi e dalla vicepresidente Gabriella De Gara –, per concludere con i film. A partire dalla già citata Castellineurope che in un certo senso riassume tutto: con questa iniziativa Castellinaria si apre al confronto con altre realtà europee attive nel campo del cinema giovane per riflettere insieme sul rapporto fra cinema e scuola e sulle opportunità e le criticità dei cambiamenti digitali che la pandemia ha accelerato. Proseguendo con le collaborazioni, Castellinaria diventa partner dell’associazione Kinokultur che, già attiva nel resto della Svizzera, adesso proporrà anche in Ticino le proprie attività per trasmettere la cultura cinematografica a giovani e bambini. Proseguono, e si consolidano, collaborazioni già attive come quella con la Ticino film commission, che a Castellinaria proporrà un incontro sul ruolo della lingua italiana nel cinema svizzero, e con la Settimana della Svizzera italiana, iniziativa del Canton Ticino per promuovere l’italianità nei licei svizzeri. Senza dimenticare il lavoro con Minimusica, la collaborazione con il Film festival diritti umani di Lugano e con Pro Juventute per la proiezione di ‘La Mif’ di Fred Baillif e con il Bachelor in Comunciazione visiva della Supsi per il manifesto in realtà aumentata (con quest’anno anche la possibilità di scoprire il film della proiezione serale), opera quest’anno di Emily Goulène.
Nuova collaborazione di Castellinaria è quella con la Marco Lucchetti Art Gallery di Lugano che a partire da domenica 14 novembre ospiterà un’esposizione su ‘La città delle cose dimenticate’ per scoprire il passaggio dal libro illustrato al cortometraggio d’animazione che l’illustratore e fumettista Massimiliano Frezzato e il regista Francesco Filippi presenteranno, sempre domenica 14, al festival. Questa mostra luganese ovviamente non sostituisce il tradizionale spazio espositivo all’Espocentro di Bellinzona che, riprendendo e sviluppando l’iniziativa online dell’anno scorso, lavora sulle colonne sonore, collegandosi peraltro al film d’apertura del festival: ‘Ezio Bosso. Le cose che restano’, un ritratto del musicista italiano scomparso nel 2020 autore, tra le altre cose, di diverse musiche da film (con un lungo sodalizio con Gabriele Salvatores). Infine si terrà online il workshop dedicato al perfezionamento delle presentazioni (pitch) di progetti audiovisivi.
Arriviamo finalmente ai film: a qualche titolo si è già accennato e la programmazione completa è sul sito www.castellinaria.ch. Il direttore artistico Giancarlo Zappoli ha dato qualche indicazione d’orientamento, iniziando da una presenza del cinema svizzero. «Quando a Castellinaria non c’è il cinema svizzero non è perché non ci siano film svizzeri di qualità, quelli ci sono ma a volte non toccano i temi di Castellinaria, cioè il rapporto con i giovani e i bambini. Quest’anno ce ne sono parecchi e molto interessanti». Parliamo di ‘De la cuisine au parlement’, versione aggiornata del documentario sul suffragio femminile di Stéphane Goël, del già ricordato ‘La Mif’ di Fred Baillif o, fuori concorso, ‘Un paco per la vita’ di Lorenzo Pomari e Paolo Vandoni.
Nella selezione dei film Castellinaria, ha ricordato Zappoli, non segue un tema, ma un filo rosso alla fine emerge da solo. La sostenibilità ambientale è da qualche edizione una di queste emergenze che il festival affronterà con il documentario ‘Now’ di Jim Rakete e il pluripremiato ‘Only a Child’ di Simone Giampaolo. Altri temi ricorrenti di questa edizione sono la condizione della donna nella società e la difficile situazione in Medioriente, con tra gli altri film ‘Europa’ di Haider Rashid che «per un’ora e dieci minuti ci mette addosso a un ragazzo iracheno che cerca di passare in Bulgaria attraverso la rotta dei Balcani».
Chiudiamo con alcune delle proiezioni serali: domenica 14 avremo ‘The Saint of The Impossible’ del regista svizzero-britannico Marc Raymond Wilkins su una storia di mancata inclusione negli Stati Uniti, martedì 16 ‘My Sunny Maad’ di Michaela Pavlatova, sul non semplice rapporto di una coppia formata da una ragazza ceca e un profugo afgano, giovedì la vincitrice del Castello d’onore Milena Vukotic porterà il cortometraggio ‘A occhi chiusi’ di Alessandro Petrella seguito da ‘Robuste’ con Gérard Depardieu, venerdì 19 Alessandro Gassmann presenterà ‘Il silenzio grande’ mentre la chiusura, sabato 20, sarà con ‘Ariaferma’ di Leonardo Di Costanzo.