Il fenomeno si è verificato ieri, 10 aprile, provocando disturbi nelle comunicazioni ma pure spettacolari fenomeni visibili anche a latitudini basse.
Una forte tempesta geomagnetica è arrivata a sorpresa, nella giornata di ieri, domenica 10 aprile, provocando disturbi nelle comunicazioni radio e spettacolari aurore visibili anche a latitudini basse. L’evento è stato causato dall’azione combinata e casuale di due fattori: una bolla di plasma emessa durante un intenso brillamento avvenuto nei giorni scorsi sulla superficie del Sole e l’arrivo di una corrente di vento solare del tutto indipendente.
"Il campo magnetico del vento proveniente dal Sole ha interferito con quello della Terra, facendo venir meno il suo scudo", spiega Mauro Messerotti, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e docente all’Università di Trieste. "Questo – aggiunge – ha favorito l’ingresso di particelle energetiche che hanno fortemente perturbato il campo geomagnetico tanto da causare la tempesta". L’evento è stato di classe G-3, ossia di intensità media nella scala che classifica le tempeste geomagnetiche dalla classe G-1, la più bassa, alla G-5. Ha comportato disturbi nelle comunicazioni radio e aurore visibili anche a basse latitudini e si sta progressivamente esaurendo.
Al momento, il livello di attività solare non è elevato, stamattina è stato rilevato un solo brillamento di classe C, quindi intermedio (i brillamenti sono classificati in cinque classi di potenza a seconda della loro luminosità nei raggi X: in ordine crescente A, B, C, M e X). Tuttavia, i dati forniti dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory (Sdo) della Nasa, prosegue Messerotti, "mostrano la presenza di una intensissima regione attiva sulla parte dell’emisfero solare al momento non visibile dalla Terra", che si prevede diventerà visibile a partire dal 17 aprile.