laR+ Culture

‘Viaggio oltre l’ignoto’: un assaggio di creatività futura

Un confronto tra un racconto scritto da un'autrice umana e uno da una intelligenza artificiale. Per immaginare nuove strade letterarie

(deposit photo)
30 dicembre 2024
|

Dare le stesse indicazioni per un racconto per ragazze e ragazzi a una autrice umana – ed è già strano dover precisare “umana” – e a una intelligenza artificiale, pubblicando insieme i due testi.

La prima impressione, sfogliando ‘Viaggio oltre l’ignoto’ di Valentina Federici e, appunto, un’Intelligenza artificiale pubblicato da Il castoro, è quella della classica gara tra macchina e mente umana. Una versione aggiornata della celebre sfida a scacchi tra Garry Kasparov e il computer Deep Blue del 1996-97 o, andando ancora più indietro nel tempo, dei confronti tra esperti di soroban (l’abaco giapponese) e i primi calcolatori elettronici svolti negli anni Quaranta del Novecento. Il copione potrebbe essere lo stesso: meraviglia per la prestazione della macchina accompagnata dalla consolatoria osservazione che l’umano ha ancora qualcosa in più, salvo poi arrivare rapidamente ad accettare la superiorità del computer in quella particolare attività, come il calcolo, gli scacchi e forse tra qualche anno la letteratura.

Perché sì, la differenza tra ‘Cuore d’onda’, scritto dall’IA, e ‘Sette giorni’ di Valentina Federici è evidente (vedi la recensione alla fine dell’articolo), ma il racconto “artificiale” è, per quanto inferiore a quello “naturale”, comunque migliore di molta narrativa dozzinale che si trova in giro. E le intelligenze artificiali generative basate su modelli linguistici di grandi dimensioni (in inglese ‘Large language model’ o Llm) come ChatGpt sono in rapida evoluzione, per quanto secondo diversi esperti ci si sta rapidamente avvicinando al limite di questa tecnologia. Prepariamoci quindi a racconti e romanzi ideati e scritti senza intervento umano o al dubbio se dietro quello pseudonimo si nasconda una persona in carne e ossa o un algoritmo in codice e dati.

Non è tuttavia questo il mondo ignoto verso il quale, con questo progetto, ci hanno voluto portare i tre editor e curatori del libro, Pierdomenico Baccalario, Marco Magnone e Davide Morosinotto. Certo, la curiosità di vedere che cosa distingue un essere umano da una macchina c’è (e, come riportato nella postfazione, non è quello che i tre si aspettavano all’inizio). Ma, soprattutto, c’è il desiderio di comprendere meglio le capacità e i limiti della mente umana e di quella artificiale nel campo della narrazione. Da questo punto di vista, più che la lettura dei due racconti, è interessante vedere tutto il percorso creativo, illustrato nella prefazione insieme a una comprensibile – il libro si rivolge a ragazze e ragazzi – ma non banale spiegazione di come funzionano gli Llm. Baccalario, Magnone e Morosinotto hanno fornito l’ambientazione e lo spunto narrativo, lasciando a Valentina Federici e all’IA prima trasformare quell’idea in una sinossi (un riassunto breve) e poi in un trattamento (con più dettagli e la suddivisione in capitoli). Sono poi state realizzate le schede dei personaggi e le scalette dettagliate di ogni capitolo, passando poi a una prima stesura seguita dalle successive riscritture fino alla versione finale. A ogni passaggio gli editor – come del resto capita comunemente, almeno con le case editrici serie – hanno fornito indicazioni e suggerimenti (ma senza intervenire direttamente sul testo). Né l’autrice umana, né l’IA hanno semplicemente ricevuto la consegna “scrivi un racconto di una cinquantina di pagine” e tra l’altro è stato necessario utilizzare, per i vari passaggi, più strumenti di intelligenza artificiale tra cui uno, Sudowrite, appositamente pensato per la narrativa e in grado di memorizzare tutti i dettagli della storia (evitando ad esempio di far accidentalmente tornare in vita un personaggio morto, cosa che peraltro si racconta sia accaduto anche a grandi autori).

In questo esperimento le IA utilizzate e Valentina Federici si sono occupate di tutte le fasi del processo che ha portato dall’idea alla stesura definitiva. Ma potremmo pensare a situazioni ibride, con una intelligenza artificiale che si occupa delle schede dei personaggi, delle scalette dei vari capitoli o di altri compiti con cui un essere umano ha difficoltà (il classico esempio è il blocco da pagina bianca). Oppure una IA che si occupa della revisione del testo o suggerisce variazioni alla trama. È questo l’ignoto che il libro, con i suoi due racconti e la descrizione dettagliata dell’esperimento, ci vuole far esplorare: quello in cui le intelligenze artificiali generative sono uno strumento al servizio della creatività umana.

La recensione

I mondi distopici di Maia ed Eco

I due racconti esplorano tematiche simili – intelligenza artificiale, libero arbitrio, amore – ma con approcci e risultati diversi.

‘Cuore d’onda’ segue la storia di Maia, una ragazza che vive su un’isola in un mondo post-apocalittico. Quando salva una misteriosa naufraga di nome Leilani, la sua vita cambia per sempre. Le due intraprendono insieme un viaggio pericoloso, dovendo affrontare creature meccaniche ostili mentre cercano altri sopravvissuti. Il racconto ha il pregio di una trama lineare e coinvolgente, che mescola avventura e romanticismo in modo equilibrato. La relazione tra le protagoniste si sviluppa con naturalezza e le scene d’azione mantengono alta la tensione. Tuttavia, soffre di alcune debolezze: i personaggi secondari sono poco sviluppati e il worldbuilding non è particolarmente originale.

‘Sette giorni’ è ambientato in una società distopica dove una misteriosa entità chiamata Pizia decide il destino di ogni abitante, dalla professione all’amore. La storia segue tre ragazzi – Eco, Giallo e Luis – che si ritrovano coinvolti in una serie di eventi che metteranno in discussione tutto ciò in cui credono. Il racconto si distingue per una struttura narrativa più sofisticata, con più punti di vista che arricchiscono la storia. L’ambientazione è sviluppata con intelligenza e il mistero alla base della trama viene svelato gradualmente, mantenendo alta la tensione. I personaggi sono ben caratterizzati e le loro scelte risultano credibili. Tra i punti deboli: alcuni passaggi risultano un po’ confusi e il finale potrebbe apparire frettoloso.

Nel complesso ‘Sette giorni’ emerge come il racconto migliore dei due. La sua maggiore complessità narrativa non va a scapito della leggibilità, mentre i temi della libertà e dell’autenticità vengono esplorati con maggiore profondità. I personaggi sono più sfaccettati e le loro scelte hanno un peso maggiore nella storia. La costruzione del mondo distopico risulta più convincente e coerente.

‘Cuore d’onda’ resta comunque una lettura piacevole, ma non raggiunge la stessa profondità tematica e complessità narrativa del suo compagno.

Questa recensione è stata scritta da una intelligenza artificiale generativa (Claude 3.5). L’IA aveva a disposizione solo i due racconti, senza l’introduzione e la postfazione. L’autore umano dell’articolo è sostanzialmente d’accordo con i giudizi dell’IA.