Ecco la prima iniziativa di Locarno 2020 che sostituirà il festival annullato. Intervista alla direttrice Hinstin: se possibile anche eventi in presenza
Sarà un’estate, la prima da oltre sessant'anni, senza Festival del film, annullato per via dell’emergenza sanitaria in corso. Ma un pardo, ad agosto, lo avremo comunque: oggi è infatti stato presentato il primo progetto dell’iniziativa “Locarno 2020 – For the Future of Films” voluta dal festival per sostenere il cinema indipendente.
Un premio speciale, quindi: un Pardo 2020 per i “film sospesi”, i lungometraggi che hanno dovuto interrompere le riprese o il montaggio a causa dell’emergenza sanitaria. Il concorso (al quale è possibile iscriversi fino al 27 maggio) chiamato “The Films After Tomorrow” sarà diviso tra produzioni internazionali e, in collaborazione con Swiss Films, svizzere; i venti progetti selezionati saranno annunciati a giugno mentre i due vincitori saranno scelti il 15 agosto, giorno in cui si sarebbe dovuta chiudere la 73ª edizione del festival. Altre iniziative saranno annunciate nelle prossime settimane, come ci ha accennato la direttrice artistica Lili Hinstin che, per quella che doveva essere la sua seconda edizione, si ritrova a dover ripensare la manifestazione. «Ma in questo credo di essere molto filosofa: il mondo intero sta vivendo una crisi ben più grave, è una cosa talmente più grande di noi…».
Oggi scopriamo il primo tassello di Locarno 2020. Prima di vedere i dettagli, quale riflessione c’è dietro questo progetto?
Ci sono diversi aspetti di cui cerchiamo di tenere conto. Innanzitutto il pubblico – ticinese, svizzero, internazionale –, poi i film e l’industria cinematografica con le sue logiche. Come possiamo far convergere tutto questo, in una situazione di emergenza come quella in cui ci troviamo?
Da una parte vogliamo poter offrire qualcosa al pubblico, dare la possibilità di scoprire dei film. Al contempo, però, ci siamo resi conto che non sarebbe pensabile per un regista lanciare in prima mondiale un film solo online ad agosto. Sospesa la selezione dei lungometraggi, ci siamo detti che bisogna comunque essere solidali con il mondo del cinema colpito da questa crisi, aiutare i registi che si ritrovano in una situazione ben più grave di un festival come Locarno. Parliamo di artisti che lavorano anni per realizzare un loro film e si ritrovano bloccati.
E per il pubblico?
Potrà approcciare il festival da angolazioni un po’ diverse dal solito: per il pubblico sarà l’occasione per mettere in rilievo alcune sezioni appassionanti come Open Doors, questo programma triennale su una regione del mondo (adesso è dedicata al Sudest asiatico e Mongolia). Oppure ripercorrere la storia del festival attraverso film chiave e archivi inediti o poco visti.
O i Pardi di domani, perché come accennato è stata sospesa la selezione dei lungometraggi, ma quella dei cortometraggi è ancora attiva…
Esatto. Stiamo mettendo in piedi un’iniziativa un po’ diversa dal solito. Ma i dettagli li annunceremo settimana prossima.
Locarno 2020 sarà tutto online o rimane la possibilità di organizzare qualche proiezione o incontro a Locarno?
Per noi il territorio rimane importante per cui se ci sarà la possibilità di fare proiezioni le faremo certamente. Ma, nella situazione di incertezza attuale, non possiamo fare annunci perché tra un mese potrebbe cambiare tutto. Immaginiamo che solo all’ultimo sapremo cosa sarà possibile fare senza rischi. Ma se ci sarà anche solo la minima possibilità, usufruiremo degli spazi del Festival, dal GranRex al Palacinema, per mostrare dei film al pubblico presente a Locarno ad agosto.
E la retrospettiva, dedicata all’attrice e regista Kinuyo Tanaka?
La retrospettiva è rimandata all’anno prossimo.
Nell’ambito di ‘The Films After Tomorrow’ ci sarà comunque una sorta di retrospettiva, giusto?
Sì: vogliamo proporre un viaggio soggettivo nella storia del festival attraverso lo sguardo dei registi che saranno selezionati: a ognuno di essi chiederemo di scegliere un film della storia di Locarno.
E il pubblico potrà vedere questi film, perché le opere con cui si candidano per il Pardo 2020 non saranno mostrate – in quanto film rimasti in sospeso.
Esatto: le selezioni sono aperte per i film la cui realizzazione è stata interrotta dall’emergenza sanitaria. Sceglieremo, come comitato di selezione, dieci film internazionali e dieci film svizzeri che non saranno presentati al pubblico ma solo a due giurie che saranno composte esclusivamente da registi – perché vogliamo che sia una scelta solidale tra colleghi, senza influenze dell’industria cinematografica in questa fase molto fragile della produzione.
Quello che il pubblico potrà vedere saranno i film della storia del festival che i registi in concorso sceglieranno e presenteranno. L’idea è di un movimento: il festival dà qualcosa a questi registi e i registi danno qualcosa al pubblico del festival.
Che sfida vi aspetta come comitato di selezione? Immagino avrete dei progetti più parziali del solito.
Vogliamo una cosa molto libera, senza nessuna pressione per i registi che già si trovano in una situazione di estrema fragilità. Ogni regista sarà libero di proporre quello che vuole, senza pressioni da parte nostra, indipendentemente dalla fase di realizzazione in cui si trovano: qualcuno sarà a metà delle riprese, qualcun altro aveva appena iniziato il montaggio… E anche alla giuria ci sarà la massima libertà di presentare quello che si vuole: una sceneggiatura, un estratto, un montaggio più o meno compiuto… Ci troviamo in una situazione particolare e sarà un’esperienza inedita anche per noi: è un esperimento per aiutare il cinema in una fase molto delicata.
Così sarà Locarno 2020. Per il Festival del 2021 che cosa si augura?
L’unica cosa che spero è che torni a essere quel che era – e penso che il pubblico avrà voglia di tornare a incontrarsi, e a incontrarci. Speriamo che arrivi un vaccino, speriamo che l’industria cinematografica ne esca non troppo indebolita.
Teme che il cinema si ritroverà trasformata dalla pandemia?
È difficile dirlo: ho cercato qualche economista che si fosse occupato della situazione specifica del cinema, ma non ho trovato studi specifici. Una cosa sicura è che alcune piccole società potrebbero non risollevarsi da questa crisi e questo minaccerebbe la creatività e la diversità del cinema, perché spesso sono i più piccoli quelli che si prendono i rischi più grandi. In questo vedo un certo pericolo per il cinema dei prossimi anni.