Un libro e una mostra al Museo d’arte di Mendrisio dedicati al "sodalizio" tra lo scrittore boemo e l'incisore vissuto in Ticino
Leggere Franz Kafka è un’esperienza che non lascia indifferenti. E tra le tante persone profondamente colpite dai testi dello scrittore boemo, c’è l’artista Leo Maillet, tedesco di origine ebraica. Nel 1944, dopo essere scampato alla deportazione ad Auschwitz, si trova a Basilea e, mentre fruga in un deposito di materiali usati in cerca di lastre per le sue incisioni, si imbatte in un librino di questo autore a lui – e a buona parte della critica letteraria – sconosciuto.
I testi di Kafka ispirarono la produzione di Leo Maillet per oltre trent’anni: più che una semplice ispirazione, quasi un sodalizio artistico. Maillet, dopo aver vissuto tra Zurigo e Basilea, si trasferì in Ticino dove morì nel 1990: il suo atelier a Verscio è stato recentemente riaperto al pubblico con mostre e altre attività. Nel 1989 il Museo d’arte di Mendrisio ospitò la sua prima retrospettiva e proprio oggi ritorna ad accogliere le opere di Maillet, approfittando del centenario dalla morte di Kafka per indagare il rapporto tra le due figure. L‘incontro tra Kafka e Maillet trova spazio anche in un libro, pubblicato dalle Edizioni Casagrande, che raccoglie alcuni “microracconti” di Kafka selezionati e ovviamente illustrati da Maillet e tradotti da Gabriella de’Grandi. Il libro, intitolato ’Un incrocio’, ha inoltre una nota introduttiva di Giorgio Agamben.
Tornando alla mostra di Mendrisio, curata da Barbara Paltenghi Malacrida e Francesca Bernasconi, riunisce una ventina di incisioni, tra acqueforti, xilografie a colori, bulini e puntesecche. Provenienti in gran parte dalla donazione degli eredi dell’artista, le incisioni sono presentate insieme a una serie di prove di stampa e disegni preparatori che raccontano il processo creativo e la trasposizione visiva dei singoli racconti. La mostra rimarrà aperta fino al 15 settembre.