Sollecita la rimozione di sei articoli riguardanti sempre il processo in cui è accusatore privato. Il 20 gennaio esperimento di conciliazione
Il Nostro non demorde. Non pago della recente decisione con cui, accogliendo la sua domanda di provvedimenti cautelari, il pretore di Bellinzona ha vietato a ‘laRegione’ la pubblicazione del contenuto dell’atto d’accusa a dell'allegato di petizione – sentenza da noi nel frattempo impugnata dinanzi alla Prima Camera civile del Tribunale d’appello –, il consigliere di Stato leghista Claudio Zali ora chiede al nostro giornale, sempre per vie legali, di rimuovere dalle edizioni online e dai social articoli pubblicati tra il 14 agosto e il 17 dicembre compresi. Motivo: il direttore del Dipartimento del territorio ritiene lesivi della propria personalità i sei articoli, fra cui tre editoriali del direttore Daniel Ritzer. La vicenda che sta a monte è la solita: quella del processo agendato per il marzo 2025 (fissato inizialmente per il 6 e il 7, spostato dietro istanza di Zali al 20 e 21, sempre dalle 9.15) in Pretura penale, dove verrà giudicata una 40enne imputata di tentata estorsione, tentata e consumata coazione, diffamazione e ingiuria a danno di Zali e dell'allora sua compagna Simona Genini, deputata del Plr al Gran Consiglio. Entrambi si sono costituiti accusatori privati. Il rinvio a giudizio della donna è stato firmato dal procuratore generale Andrea Pagani. Di una ventina di pagine l’atto d’accusa.
La nuova iniziativa di Zali contro la nostra testata è recente. Il 19 dicembre ha presentato alla Pretura (civile) di Bellinzona un’istanza “per esperimento di conciliazione”. Secondo il Codice di procedura civile, ci deve essere un tentativo di conciliazione tra le parti, un accordo per evitare l’avvio della procedura giudiziaria. Conciliazione che però assai difficilmente avverrà, considerate le pretese del ministro. Zali chiede che sia accertata l’illiceità dei sei articoli, poiché lesivi a suo dire della propria personalità; che sia ordinata alla ‘Regione’ la loro rimozione dall'archivio online del giornale, nonché da Facebook; che sia ordinato alla ‘Regione’ di “astenersi da ogni e qualsiasi futura pubblicazione concernente la vicenda privata in cui l'istante (cioè lui, Zali, ndr) è vittima e accusatore privato in relazione al procedimento penale” a carico della 40enne.
Di seguito i titoli degli articoli che il Nostro non digerisce, pubblicati tra l’agosto e il dicembre di quest’anno: ‘C’è chi dice sia meglio non parlare di certe cose’, ‘Meglio non parlare di certe cose (bis)’, ‘Il ritratto di Claudio Zali’, ‘Tentata estorsione a Zali, processo a marzo 2025’, ‘Zali chiede il bavaglio per laRegione’, ‘Accolta l'istanza cautelare di Zali contro laRegione’.
L’udienza di conciliazione si svolgerà in Pretura il 20 gennaio (apertura alle 14.15). Ma come scritto è altamente improbabile che si arrivi a un accordo. Il consigliere di Stato continua a considerare lesa la sua personalità, affermando che si tratta di una storia privata in cui è vittima di reati commessi dalla quarantenne. ‘laRegione’ continua a pensarla diversamente: Zali è un personaggio pubblico, in quanto consigliere di Stato, ed è presunta vittima sì di illeciti, ma di illeciti – tentata estorsione, tentata e consumata coazione – che possono in generale condizionare l’operato di un ministro. Per questo riteniamo preminente l’interesse pubblico.
C’è però di più. Nell’istanza per l’esperimento della conciliazione, Zali rimprovera a ‘laRegione’ di aver appreso e pubblicato la nuova data del processo. “La questione – preannuncia il Nostro – sarà oggetto di una separata domanda cautelare, non potendo il qui istante richiedere settimanalmente alla Pretura penale il differimento del dibattimento in conseguenza delle violazioni del diritto alla personalità commesse – asserisce – dalla convenuta”. Vale a dire la nostra testata.
Da ricordare che dell’ostinato ministro leghista è pendente sempre in Pretura civile anche una petizione. Chiede che alla ‘Regione’ venga vietato di riferire, su carta e sull’online, “o ogni altra forma di comunicazione”, del futuro dibattimento in Pretura penale. Una richiesta alla quale il nostro giornale – patrocinato dall’avvocato Luca Allidi, esperto fra l'altro di diritto dei media e membro del Consiglio svizzero della stampa – si opporrà.