laR+ Ticino

Donna a processo per estorsione e coazione su Zali e Genini

Atto d'accusa per l'imputata, che respinge i reati principali. Il processo verrà celebrato alla Pretura penale di Bellinzona

Il dibattimento prossimamente
(Ti-Press)
10 luglio 2024
|

Tentata estorsione, tentata e consumata coazione, diffamazione e ingiuria. Sono i reati che secondo gli inquirenti la donna avrebbe commesso ai danni del consigliere di Stato leghista Claudio Zali e dell’allora sua compagna, la deputata del Plr Simona Genini. Reati ipotizzati nell’atto d’accusa con cui il procuratore generale Andrea Pagani ha rinviato l’imputata a giudizio, davanti alla Pretura penale. Il procedimento penale era scattato in seguito alla denuncia presentata nel giugno 2023 da Genini, patrocinata dall'avvocato Edy Salmina. Della vicenda avevamo riferito quasi un anno fa, nell’edizione del 20 luglio, dopo che l’imputata aveva pubblicato sul suo profilo Instagram aperto la propria versione dei fatti.

La donna avrebbe inondato di chiamate, messaggi ed email dai toni forti la compagna del direttore del Dipartimento del territorio per chiedere a quest’ultima, stando alla versione dell’imputata, un confronto dopo aver saputo che stavano condividendo lo stesso partner, cioè Zali. Da noi interpellato, il consigliere di Stato non aveva voluto rilasciare dichiarazioni.

Genini e Zali si sono costituiti accusatori privati. La difesa dell’imputata, rappresentata dall’avvocato Ivan Marci, respinge integralmente le accuse di estorsione e coazione. La donna è stata anche oggetto di una perizia psichiatrica disposta dal procuratore generale.

Se ne saprà di più in occasione del processo che si terrà a Bellinzona, nella sede della Pretura penale. E in Pretura si dovrà in particolar modo accertare il contesto e le cause scatenanti di questa vicenda.

Il dibattimento non è stato ancora fissato.

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔