Il pretore di Bellinzona Ambrosini dà ragione al consigliere di Stato: il nostro giornale non potrà pubblicare il contenuto dell'atto di accusa
Nella vertenza che vede contrapposti il nostro giornale e il direttore del Dipartimento del territorio, il consigliere di Stato Claudio Zali, in merito al procedimento che lo vede accusatore privato e presunta vittima di tentata estorsione, tentata e consumata coazione, nonché di reati contro l'onore, la novità è che a ‘laRegione’ è stato vietato di pubblicare il contenuto letterale dell'atto di accusa nonché l'allegato di petizione. Il pretore del Distretto di Bellinzona, Marco Ambrosini, con la sua decisione cautelare presa il 16 dicembre e intimata lo stesso giorno, ha quindi accolto la richiesta contenuta nell'istanza del consigliere di Stato.
A portare il pretore Ambrosini a questa decisione, a impedirci quindi di riferire degli atti sopra menzionati, il fatto che – si legge nella decisione –, “anche se l'istante è un personaggio pubblico, questo non significa che abbia perso il diritto di tutelare la propria vita privata. Ogni individuo, infatti, ha una sfera intima che deve essere rispettata, soprattutto quando si trova in una situazione delicata, come essere vittima di un reato”. E ancora: “Essere un personaggio pubblico non implica automaticamente che ogni aspetto della propria vita sia di dominio pubblico”. Comunque sia, provvedimenti cautelari nei confronti di mass media, scrive Ambrosini, “non devono anticipare il giudizio di merito”. Perché, dall'inizio di questa faccenda, è protagonista anche un altro tema: quello della libertà di stampa e di permettere a un quotidiano di fare il proprio lavoro informando l'opinione pubblica. Su questo, il pretore afferma che “i giornali hanno il diritto di informare, ma questo diritto non è illimitato. Raccontare una notizia deve essere utile al pubblico, vera e riportata con rispetto (...). Nel caso di una persona nota coinvolta in una vicenda penale come la vittima, l'interesse pubblico potrebbe giustificare la diffusione della notizia, ma solo nella misura in cui riguarda la parte essenziale della vicenda”. Da qui la decisione di accogliere l'istanza cautelare di Zali e di vietare al nostro giornale di pubblicare i contenuti dell'atto di accusa e dell'allegato di petizione dell'istante. Sentenza ovviamente appellabile entro dieci giorni.
Intanto, sempre parlando del procedimento penale, stando a nostre informazioni ha subito un rinvio: inizialmente previsto il 6 marzo, con giorno di riserva il 7 marzo, è stato posticipato – su richiesta del consigliere di Stato – sempre alla Pretura penale di Bellinzona e sempre alle 9.15, il 20 marzo con giorno di riserva il 21 marzo.