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Deduzioni di cassa malati, l'impatto frena gli entusiasmi

I Comuni avvertono la commissione ‘Gestione e finanze’ sulle conseguenze dell'iniziativa leghista che farebbe mancare almeno 83 milioni di gettito fiscale

(Ti-Press)
7 gennaio 2025
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Una valanga di milioni di deduzioni fiscali, soldi che resterebbero nelle tasche dei contribuenti, ma pure un duro colpo per le casse di Cantone e Comuni, ai quali mancherebbero complessivamente almeno 83 milioni di franchi di gettito fiscale ogni anno. La commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’ comincia il 2025 dallo scottante dossier dei premi di cassa malati e, nello specifico, dall’iniziativa popolare della Lega per renderli deducibili integralmente. La proposta è sul tavolo dal 2022, con gli iniziativisti che spingono per portare al più presto il tema in aula e poi, eventualmente, al voto popolare. Sul principio diverse forze politiche si dicono d’accordo, ma l’impatto finanziario frena gli entusiasmi. Un nodo, quello dei costi, ribadito anche dai rappresentanti dell'Associazione comuni ticinesi sentiti questa mattina in audizione dalla ‘Gestione e finanze’. Comuni ai quali l'iniziativa leghista, primo firmatario il deputato Andrea Censi, farebbe mancare circa 37 milioni. Una stima, quella fornita dal Consiglio di Stato, che si basa sui dati del 2020 e che, come sottolinea sempre l'Esecutivo in una missiva dello scorso anno alla commissione, “potrebbe risultare sottostimata perché nel frattempo i premi sono aumentati in media del 30 per cento”.

La Commissione del Gran Consiglio ha quindi deciso di prendersi del tempo per discutere all’interno dei partiti i vari scenari possibili. Già, perché oltre all’iniziativa della Lega per dedurre integralmente i costi di cassa malati c’è pure quella della sinistra per limitare i premi al 10 per cento del reddito – anche qui l’impatto finanziario per le casse pubbliche sarebbe di decine di milioni di franchi – e il referendum, sempre della sinistra, contro il taglio di 10,5 milioni ai sussidi Ripam. Tre oggetti che, se non si trovasse un accordo o un’intesa per un controprogetto, potrebbero andare al voto popolare il 18 maggio. Le proposte non sono inoltre incompatibili tra loro. Ergo: potrebbero essere tutte approvate, con il relativo costo a carico dell’Ente pubblico. Si stimano oltre cento milioni complessivi ogni anno, ma la cifra è destinata ad aumentare insieme all’impennata dei premi di cassa malati.

«È evidente che l’iniziativa della Lega incide moltissimo a livello sia cantonale che comunale», afferma il presidente della ‘Gestione e finanze’ Bixio Caprara (Plr). «Ci sono già state molte discussioni sull'aggravio dei conti dei Comuni». Il riferimento è in particolare alla riforma fiscale approvata dal popolo lo scorso 9 giugno e ai risparmi del Cantone allegati agli ultimi due Preventivi. «I Comuni ci hanno quindi espresso tutte le loro preoccupazioni a proposito di una situazione finanziaria problematica».

Bignasca (Lega): ‘È ora che se ne parli’

Tira però dritto la Lega. «I termini per l’evasione di questa iniziativa sono scaduti da mesi – fa notare il capogruppo Boris Bignasca – è ora che se ne parli in parlamento e poi, eventualmente, anche attraverso un voto popolare. Gli aumenti degli ultimi anni hanno reso le deduzioni attualmente possibili molto al di sotto di quello che i ticinesi pagano alle casse malati. Urge quindi intervenire». E la posizione dei Comuni? «La capisco. Tra Cantone e Comuni ci sono dei problemi ma non si devono risolvere a spese dei cittadini». Porta chiusa anche alla proposta socialista dei premi limitati al 10 per cento del reddito. «Già la nostra iniziativa ha un forte impatto sulle casse pubbliche, approvarle entrambe mi sembra un po’ troppo». Chiara l’idea di Bignasca su dove andare a reperire le risorse: «Spese per asilanti, beni e servizi e mancata sostituzione dei partenti tra gli impiegati pubblici».

Sirica (Ps): ‘Un compromesso che tenga conto anche della nostra proposta’

Di tutt’altro avviso il Partito socialista. «Analizzando i dati si vede come questa proposta vada eccessivamente a vantaggio degli alti redditi». Il copresidente del Ps Fabrizio Sirica però aggiunge: «Siamo aperti a un dialogo per un controprogetto per premi meno onerosi. Controprogetto nel quale si potrebbe anche inserire la nostra proposta per premi che non vanno oltre il 10 per cento del reddito». Puntualizza Sirica: «Siamo sempre aperti a un compromesso e a vedere se ci sono soluzioni plausibili. A condizioni che siano un passo avanti verso le preoccupazioni dei cittadini». Passo avanti che potrebbe costare milioni per Cantone e Comuni… «Oggi i Comuni ce l’hanno ricordato in maniera molto chiara: c’è un costo. Se con la mano destra si dà una deduzione fiscale, con la sinistra bisognerà togliere qualcosa aumentando il moltiplicatore comunale. Questo dev’essere l’assunto di partenza e non si possono ingannare i cittadini con false promesse. L’aumento del moltiplicatore potrebbe però essere un modo più solidale di ridistribuire i costi, visto che si applica in maniera progressiva e quindi calcolata secondo la disponibilità».

Speziali (Plr): ‘Non a un gioco che porta a somma zero’

Piede sul freno per il Plr. «Quello dei premi è un problema che diventa ogni anno più pressante. Già anni fa avevamo proposto di legare il massimo deducibile all'andamento dei costi media di cassa malati. Questo per alleggerire il carico dei costi per i cittadini». Il rischio della proposta leghista, sostiene il presidente liberale radicale Alessandro Speziali, «è di arrivare a un gioco a somma zero. I Comuni hanno manifestato un malessere che arriva da lontano. Se si dovesse aumentare il moltiplicatore per compensare le deduzioni integrali dei premi, il risultato non avrebbe i benefici sperati». Ma un margine di manovra c’è. «Come Plr siamo aperti a valutare eventuali controprogetti che possano permettere di alleviare il cittadino senza incidere su Comuni e moltiplicatore. L’obiettivo deve essere trovare una soluzione solida e condivisa, senza bandierine di partito».

Agustoni (Centro): ‘D'accordo sul principio, ma bisogna fare i conti con la realtà’

Cauto anche il Centro. «Il tema del costo dei premi per le famiglie è estremamente presente. Dall’altro lato – riconosce il capogruppo Maurizio Agustoni – dobbiamo fare i conti con una situazione finanziaria che per il Cantone e per alcuni Comuni è molto critica. Far mancare 30 o 40 milioni di franchi è un passo che non si può fare a cuor leggero. Bisognerebbe prima identificare delle misure di compensazione». Agustoni ricorda come la deducibilità dei premi per i figli sia stata approvata anche su spinta del Centro. «Il premio di base è una spesa obbligatoria, quindi da un punto di vista concettuale è giusto che sia dedotto integralmente. Poi però bisogna fare i conti con la realtà e le conseguenze finanziarie. Per gli enti pubblici, che avrebbero meno risorse, e per la popolazione, che potrebbe vedersi diminuire alcuni servizi».

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