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La Giustizia ticinese si divide in blocchi e cerca offerte

Dopo il no alla ‘Cittadella di giustizia’ il governo cambia strategia sulla pianificazione: quattro ubicazioni diverse e un bando pubblico per trovarle

Lo stabile Efg è stato scartato dal popolo. Gobbi: ‘Valuteremo offerte dal Luganese, soprattutto dalla Città di Lugano’
(Ti-Press)
27 novembre 2024
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Da monolito a spezzatino. Dopo il secco no popolare dello scorso 9 giugno (59,5% i contrari) al progetto ‘Cittadella della giustizia’, ecco la nuova ricetta del Consiglio di Stato per trovare una soluzione logistica al Terzo potere dello Stato. Non più un unico centro – quale sarebbe stato appunto il palazzo Efg – dove convogliare Autorità e Uffici interessati dalla nuova pianificazione, ma quattro “blocchi” distribuiti sul territorio del Luganese. Quattro blocchi ancora in cerca di una sede. Venerdì verrà infatti pubblicato sul Foglio Ufficiale un bando pubblico così da poter ampliare il ventaglio delle potenziali superfici a disposizione, sia tramite acquisto che affitto.

«Dopo il voto abbiamo analizzato la situazione. Si è capito che mettere tutto in un unico immobile non era più opportuno, vista la chiara indicazione data dal popolo», spiega il direttore del Dipartimento istituzioni (Di) Norman Gobbi. «È stata fatta una riflessione sull’opportunità di mettere assieme determinate autorità giudiziarie o amministrative». Da qui i quattro “blocchi”. «Si è tenuto conto anche dell'efficientamento delle singole strutture. Ad esempio sul vantaggio di avere vicini alcuni uffici o autorità che lavorano a stretto contatto».

Il primo blocco, definito “filiera penale”, mette insieme Ministero pubblico (sede di Lugano e attuale sede di Bellinzona), Magistratura dei minorenni, Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi e Polizia cantonale (Gendarmeria e Polizia giudiziaria). Nel secondo, chiamato “Tribunale di appello”, troverà posto il Tribunale d’appello (sezioni di diritto civile e di diritto pubblico, ma anche la Corte di appello e revisione penale attualmente a Locarno) e la sede dell’Ordine degli avvocati che per statuto deve trovarsi presso il Tribunale di appello. Il terzo blocco prevede di mettere insieme la Pretura civile e la futura Pretura di protezione di Lugano. Il quarto, infine, unisce i servizi amministrativi. Ovvero, Ufficio di esecuzione, Ufficio dei fallimenti e Ufficio del registro fondiario. Ci sono altre Autorità e Uffici – Consiglio della magistratura, Tribunale penale cantonale e Ufficio dell’incasso e delle pene alternative – che potranno essere poi collocati al di fuori dei quattro blocchi.

Il prossimo passo, come detto, è un bando pubblico. «Valuteremo le offerte che arriveranno dal territorio, in particolare dalla Città di Lugano, sulla disponibilità di immobili o di terreni» spiega il direttore del Di. «Una volta ricevute le offerte verrà fatta un’analisi di costi e benefici e poi si deciderà. Siamo però coscienti che serviranno magari delle soluzioni transitorie, visto che l’attuale Palazzo di giustizia sta raggiungendo la fine della sua vita e la digitalizzazione richiede allo stesso tempo degli investimenti. Come sappiamo – tiene a precisare Gobbi – lo stabile Efg avrebbe permesso di risolvere più velocemente i bisogni logistici della magistratura. Il popolo ha però deciso in modo diverso e ora cerchiamo delle altre soluzioni che rispondano anche alla richiesta di ridurre i costi globali».

Insomma, sulla giustizia un “piano B” sembra essere stato trovato, e pure in tempi celeri. Questo nonostante durante la campagna di avvicinamento al voto del 9 giugno i favorevoli alla ‘Cittadella della giustizia’ abbiano più volte ripetuto che non ci sarebbe stata nessuna alternativa all’acquisto dello stabile. «Già nell’ambito dell’arrivo a proporre l’ex Banca del Gottardo erano state trovate diverse altre soluzioni – risponde Gobbi –. Quella dello stabile Efg avrebbe reso più efficienti anche i costi di gestione, in particolar modo la logistica interna e i controlli d’accesso. Chiaramente suddividendo su più immobili anche la magistratura parte dei costi rischia di aumentare, non tanto da un punto di viste degli investimenti ma della gestione corrente. Ne siamo coscienti ma talvolta l’ottimo è nemico del buono e cercheremo quindi una buona soluzione a favore della giustizia ma anche delle finanze cantonali».

Tema della spesa che rimane centrale. «In generale non è un buon momento per gli investimenti. Basta guardare alle conseguenze delle recenti votazioni sul piano federale». Il riferimento è al respingimento di sei progetti sul potenziamento autostradale. «Pensando al futuro carcere, non vorrei lavorare sempre per evitare situazioni di disastro, visto che La Stampa è giunta pure lei alla fine del suo ciclo di vita infrastrutturale». Motivo per cui il governo ha pure deciso gli indirizzi strategici della pianificazione penitenziaria, confermando la realizzazione del nuovo complesso carcerario cantonale sull’attuale terreno di proprietà dello Stato sul piano de La Stampa a Lugano. Una possibilità che, secondo il Consiglio di Stato, è la più idonea dal punto di vista territoriale, della disponibilità del fondo, dell’identità del luogo e dell’accessibilità per il personale e gli addetti ai lavori, compresi gli avvocati.