Pronzini e Sergi propongono una serie di emendamenti al pacchetto di misure, nei prossimi giorni in parlamento, per riformare la magistratura
Il Movimento per il socialismo rilancia la richiesta di un cambiamento radicale delle modalità di reclutamento di giudici e procuratori in Ticino, allo scopo di annullare, o tentare di annullare, l’influenza dei partiti: il sorteggio delle nuove toghe, invece della loro elezione da parte del Gran Consiglio come avviene oggi. È uno degli emendamenti proposti da Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi alla risoluzione con cui la commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ suggerisce una serie di misure puntuali per riformare la magistratura, risoluzione sulla quale si pronuncerà il Legislativo cantonale nella sessione di settimana prossima.
Nonostante “le solenni promesse”, scrivono i due deputati dell’Mps, di rivedere il sistema di nomina dei magistrati, nonostante “le dichiarazioni di voler sottrarre la magistratura alle ferree regole della spartizione politica, rendendole una relativa autonomia e indipendenza”, da anni “siamo di fronte al nulla di fatto”. Per questo Sergi e Pronzini ritengono che la procedura di designazione di procuratori pubblici e giudici debba essere tolta al parlamento e “svolta sulla base” di alcuni “principi”. Tre principi. Il primo: “La competenza di nomina dell’ordine giudiziario non è più del Gran Consiglio ma è affidata a un meccanismo di sorteggio dei candidati e delle candidate alla carica (ad eccezione dei giudici di pace e dei loro supplenti che continueranno a essere eletti dal popolo). Il sorteggio in seduta pubblica è di competenza della/del presidente del Gran Consiglio”. Il secondo: “Il presupposto per procedere al sorteggio è che almeno quattro candidati siano stati ritenuti idonei dalla Commissione d’esperti. In presenza di almeno quattro candidati ritenuti validi dalla Commissione di esperti un concorso non può essere annullato per nessun motivo”. Terzo principio: “Se il numero dei candidati ritenuti validi dalla Commissione di esperti è inferiore a quattro il concorso è annullato e ripubblicato”. Nell’emendamento si sollecita quindi il Consiglio di Stato a “elaborare il relativo messaggio” all’attenzione del Gran Consiglio “entro e non oltre” il 31 dicembre di quest’anno, per introdurre “la necessaria base legale e/o costituzionale” al reclutamento dei magistrati tramite sorteggio degli aspiranti.
E sempre con l’obiettivo di recidere ogni possibile legame fra magistratura e partiti, l’Mps chiede, con un altro emendamento, di “vietare” il versamento, da parte dei magistrati, di eventuali contributi ai partiti. Insomma, niente più soldi. Niente più obolo. Per non sollevare dubbi sull’indipendenza, che deve essere anche apparente, del potere giudiziario. L’emendamento trae origine dai risultati del recente sondaggio promosso dall’Asm, l’Associazione svizzera dei magistrati, che tramite un questionario ha interpellato tutti i giudici attivi nel Paese. L’indagine, sottolineano Pronzini e Sergi, “mette in evidenza quanto sia problematico il versamento di contributi da parte dei magistrati ai partiti che li propongono alla carica”. Al sondaggio “hanno partecipato 935 magistrati di cui 38 italofoni: emerge che tre quarti dei magistrati versano regolarmente un contributo finanziario al loro partito e tale contributo arriva fino a 10’000 franchi annui. Addirittura, il 6,7% va oltre questa cifra”. Non solo: “Una chiara maggioranza dei partecipanti al sondaggio si trova in difficoltà nello spiegare ad altri perché per esercitare la professione di magistrati si deve, di regola, contribuire finanziariamente a un partito politico”. E “una chiara maggioranza non percepisce il contributo finanziario ai partiti come facoltativo, bensì come un prezzo fisso da pagare per una rielezione senza intoppi”. Anche con questo emendamento si chiede al governo di varare un messaggio all’indirizzo del parlamento “entro e non oltre il 31.12.2024”, per conferire base legale al divieto per i magistrati “di versare soldi ai partiti”.
Quattordici in totale gli emendamenti proposti dall’Mps alla risoluzione sulla riforma della giustizia. Fra questi anche quello con il quale i due granconsiglieri propongono che il numero dei procuratori pubblici venga aumentato, rinunciando alla reintroduzione della figura del sostituto pp. E l’emendamento con cui Pronzini e Sergi ritengono che “come in altri ambiti dell’Amministrazione cantonale, il personale amministrativo occupato presso la magistratura debba poter beneficiare di una propria commissione del personale”: di qui la richiesta al Consiglio di Stato di “intraprendere i passi necessari per la costituzione e l’elezione a scrutinio segreto della commissione del personale per il personale amministrativo della Giustizia”.
Con altri emendamenti il Movimento per il socialismo torna sulla rotazione delle presidenze, tema già di una sua iniziativa parlamentare, di Sezioni (Sezione di diritto civile, Sezione di diritto pubblico e Tribunale penale cantonale) e Camere del Tribunale d’appello. I due parlamentari chiedono che la rotazione delle presidenze e delle vicepresidenze debba valere non solo per le Sezioni, come da rapporto commissionale, ma anche per le Camere (sia per le prime che per le seconde “ogni due anni” oppure “ogni quattro anni”). E che presidenti e vice delle Sezioni e delle Camere non siano immediatamente rieleggibili.