Sondaggio dell'Associazione svizzera magistrati, il governo risponde all’Mps. Pendente l’iniziativa parlamentare per ancorare il divieto alla Costituzione
L’iniziativa parlamentare con la quale propongono di ancorare alla Costituzione cantonale il divieto per i magistrati ticinesi di versare “tasse, contributi o donazioni ai propri partiti di riferimento” è tuttora pendente. Evasa invece nel frattempo l’interrogazione sul medesimo tema, che è in fondo quello dell’indipendenza e dell’autonomia delle toghe. Anche se le risposte del Consiglio di Stato sono di fatto e per buona parte delle non risposte. All’origine dei due atti parlamentari, entrambi dei deputati del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi, il sondaggio promosso quest’estate dall’Associazione svizzera dei magistrati e condotto in forma anonima.
Tramite un questionario l’Asm ha interpellato tutti i giudici attivi in Svizzera. Oltre novecento i partecipanti (volontari) all’indagine: 670 germanofoni, 226 francofoni e 38 italofoni, riferisce il sito online dell’associazione. Alla domanda, una delle tante, se “versa regolarmente un contributo finanziario al suo partito politico”, circa tre quarti dei magistrati ha risposto affermativamente. “La maggioranza dei partecipanti” all’indagine “versa un contributo finanziario annuo fino a 10’000 franchi. 6,7% oltre tale cifra. Tendenzialmente, gli importi sembrano maggiori nella Svizzera tedesca”, scrive l’Asm. Per contro “nell’area italofona” sono “i più bassi e si situano prevalentemente sotto i 2’000 franchi”, osserva ancora l’associazione commentando i risultati del sondaggio. Il Consiglio di Stato però, tornando all’interrogazione dell’Mps, “non è” in grado di sapere “se ed eventualmente quanti magistrati ticinesi” abbiano preso parte al rilevamento.
Peraltro, premette il governo prima di affrontare i quesiti posti da Pronzini e Sergi, la Legge cantonale sulla protezione dei dati personali “indica che sono considerati dati personali meritevoli di particolare protezione, tra gli altri, le opinioni politiche delle persone: ora dati personali eventualmente raccolti da un’autorità possono essere trasmessi ad altri organi pubblici oppure ad altre persone solo a particolari condizioni, alquanto restrittive, fra cui l’obbligo legale oppure il consenso esplicito della persona interessata”.
Ebbene, “essendo stato promosso dall’Associazione svizzera dei magistrati – che non è un organo politico –, il governo non è in misura di sapere se ed eventualmente quanti magistrati ticinesi hanno partecipato a questo sondaggio”, sostiene il Consiglio di Stato, aggiungendo che circa “1’250 membri della magistratura in tutta la Svizzera hanno ricevuto” il questionario “direttamente per e-mail, oppure indirettamente per il tramite dell’istituzione giudiziaria alla quale appartengono”. Il sondaggio “si è svolto in maniera anonima, senza quindi possibilità di risalire all’identità dei partecipanti”. Insomma, “non è possibile estrapolare il dato riguardante il solo Canton Ticino”.
I due deputati dell’Mps chiedevano fra l’altro se “i dati in possesso del Consiglio di Stato (finanziamento dei partiti), nonché i documenti reperibili sui conti dei partiti che possono contare su propri membri (o che a essi fanno riferimento) all’interno della magistratura” permettessero “di avere una visione chiara e precisa di come questi partiti (Plr, Centro, Lega, Ps) gestiscono questo rapporto finanziario con questi magistrati”. Risposta: “Il Consiglio di Stato non dispone di questi dati”. La documentazione contabile dei partiti “non è gestita dal governo, ma dai partiti stessi, che sono perlopiù delle associazioni ai sensi del Codice civile”. Pertanto “è semmai a questi che bisogna rivolgersi”.
Altre domande di Pronzini e Sergi: il Consiglio di Stato “è a conoscenza di casi di magistrati che si sono rifiutati di finanziare il loro partito di riferimento? Sa se questi magistrati abbiano ricevuto pressioni affinché continuino a finanziare il loro partito di riferimento?”. Risposta del governo: “Da informazioni assunte presso il Consiglio della magistratura, non risulta a questo Consiglio che vi siano stati casi del genere, o perlomeno non vi sono state formali segnalazioni da parte dei magistrati stessi. Non è pertanto possibile dedurre che vi siano state pressioni affinché continuassero i finanziamenti ai partiti di riferimento”.
In Ticino procuratori e giudici vengono eletti dal Gran Consiglio, dunque dai partiti. Nel pacchetto di misure puntuali per riformare la magistratura, approvato dal Legislativo cantonale lo scorso mese, l’Mps aveva proposto di inserire il divieto di versare l’obolo. Emendamento bocciato. Si attende di conoscere il destino dell’iniziativa parlamentare.