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‘Stop costituzionale all'obolo del magistrato al partito’

Iniziativa parlamentare del Movimento per il socialismo dopo il sondaggio promosso dall'Asm. ‘Un divieto da ancorare alla Carta cantonale’

Giustizia, dibattito continuo
(Ti-Press)
10 settembre 2024
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Fra i dossier caldi al centro del dibattito politico, e non solo politico, in questa già rovente estate ticinese, figura la giustizia: arresti eccellenti, caso Tpc (Tribunale penale cantonale), prime proposte (e prime polemiche) formulate dal Gran Consiglio per migliorare il funzionamento della magistratura… . Tema, quello della giustizia, su cui il Movimento per il socialismo torna alla carica. Con un’iniziativa parlamentare, i deputati dell’Mps Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi chiedono di inserire nella Costituzione cantonale “un articolo con cui si vieta a tutti i magistrati di versare tasse, contributi o donazioni ai propri partiti di riferimento”.

‘Un problema causato dalla spartizione partitica dei posti’

L’argomento non è nuovo, in Ticino come nel resto della Svizzera. Ed è strettamente connesso al sistema di reclutamento di procuratori e giudici. Che nel nostro cantone vengono eletti dal Gran Consiglio e quindi dai partiti. Inevitabile l’influenza di quest’ultimi nella designazione delle toghe. Nonostante i tentativi fatti sin qui per ‘spoliticizzare’ le nomine, ovvero per premiare anzitutto preparazione e capacità degli aspiranti magistrati e ridurre di conseguenza il peso dell’area partitica di appartenenza degli aspiranti pp e giudici, il cosiddetto manuale Cencelli continua di fatto a essere applicato.

Lo spunto per l’atto parlamentare deriva dal recente sondaggio (svolto in forma anonima) promosso dall’Asm, l’Associazione svizzera dei magistrati, e del quale la ‘Regione’ ha riferito nell’edizione del 19 agosto. Sono stati interpellati, tramite un questionario, tutti i giudici attivi nel Paese, membri e non dell’Associazione. Un’indagine, i cui risultati non sono ancora noti, che ripropone la questione dell’indipendenza e dell’autonomia del potere giudiziario.

“Tra i tanti problemi causati dalla spartizione partitica dei posti nella magistratura – scrivono Pronzini e Sergi – vi è anche il finanziamento ai partiti di riferimento. Un tema emerso in più occasioni nei dibattiti parlamentari in Ticino e rilanciato dall’Associazione svizzera dei magistrati in relazione a indipendenza e autonomia”. Il sondaggio dell’Asm “riguarda tre argomenti: elezione/quote partitiche; durata del mandato/rielezione; contributo finanziario ai partiti. Le domande relative al contributo finanziario ai partiti sono alquanto eloquenti. Si chiede ai magistrati di comunicare a quanto ammonta il versamento al loro partito di riferimento indicando delle forchette annue (anche superiori ai ventimila franchi) o se hanno ricevuto dal partito pressioni, esplicite o implicite, al fine di aumentare il contributo finanziario”. Osservano i due deputati dell’Mps: “Trattandosi dell’associazione di categoria è implicito che sono domande non campate in aria, ma corrispondenti alla realtà che vivono i magistrati nel nostro Paese. Situazione confermata anche dal rapporto del Greco, un’istituzione del Consiglio d’Europa che ha l’obiettivo di migliorare la capacità dei suoi membri di prevenire e combattere la corruzione”.

Il rapporto del Greco

Il documento del Gruppo di Stati contro la corruzione al quale fa riferimento l’Mps è del 2017: nel rapporto il Greco invitava (raccomandava) la Svizzera ad “abbandonare la pratica secondo cui i giudici dei tribunali della Confederazione versano una parte prestabilita o una percentuale della loro retribuzione ai partiti politici”. La questione, evidenziano Sergi e Pronzini, “non è peregrina: prova ne sia che, nel 2020, il deputato Plr Beat Walti chiedeva al Consiglio nazionale di adeguare le disposizioni di legge ‘per vietare ai giudici federali di versare le cosiddette tasse o tributi sul mandato e di fare donazioni ai propri partiti di appartenenza’. Una proposta semiufficiale potendo contare sul sostegno della presidente del partito Petra Gössi e di molti importanti deputati Plr tra i quali anche il ticinese Alex Farinelli”.

Nell’attesa di novità da Berna sul tema, l’Mps sollecita un cambiamento in Ticino. Con l’introduzione nella Costituzione cantonale dello stop all’obolo dei magistrati ticinesi – procuratori e giudici – al partito di riferimento. Di qui l’iniziativa, dal duro titolo “Evitiamo il rischio che i giudici vengano taglieggiati dai partiti che li eleggono”.

Anche un’interrogazione al Consiglio di Stato

Il sondaggio dell’Associazione svizzera dei magistrati è però oggetto pure di un’interrogazione, sempre di Pronzini e Sergi. Diverse le domande al governo: “I dati in possesso del Consiglio di Stato (finanziamento dei partiti), nonché i documenti reperibili sui conti dei partiti che possono contare su propri membri (o che ad essi fanno riferimento) all’interno della magistratura, permettono di avere una visione chiara e precisa di come questi partiti (Plrt, Centro, Lega, Ps) gestiscono questo rapporto finanziario con questi magistrati? È possibile in ogni caso stabilire quali siano i parametri sulla base dei quali questi partiti chiedono un sostegno finanziario ai loro magistrati di riferimento? Quanti sono i magistrati che versano fino a 2’000 franchi annui? Quanti tra 2’000 e 5’000 annui? Quanti tra 5’000 e 10’000 franchi annui? Quanti fra 10’000 e 20’000 annui? Quanti oltre 20’000 franchi annui?”. Il governo “è a conoscenza di casi di magistrati che si sono rifiutati di finanziare il loro partito di riferimento? Sa se questi magistrati abbiano ricevuto pressioni affinché continuino a finanziare il loro partito di riferimento? Se sì cosa ha messo in atto, come pensa si possa intervenire a tutela di questi magistrati?”.

‘Età di pensionamento da ridurre’

E non è tutto da parte del Movimento sul socialismo sul dossier giustizia. Con un’iniziativa parlamentare allestita nella forma elaborata, Pronzini e Sergi suggeriscono di ritoccare la Legge sull’organizzazione giudiziaria per abbassare l’età di pensionamento dei magistrati. Il nuovo articolo 21 sarebbe quindi il seguente: ‘Il mandato conferito a tutti i magistrati cessa al 31 dicembre dell’anno in cui hanno raggiunto il 65° (ora il 70°, ndr) anno di età, rispettivamente al 30 giugno se il limite di età è raggiunto nel primo semestre’. Una proposta che pare collegata a quanto sta avvenendo ai vertici del Tribunale penale cantonale...