La proposta dell'Mps in un'iniziativa parlamentare: per procedere, almeno quattro candidati ritenuti idonei dalla Commissione di esperti
La designazione dei magistrati? Tramite sorteggio dei candidati e delle candidate considerati idonei dalla Commissione di esperti. La richiesta arriva dal Movimento per il socialismo, con un’iniziativa parlamentare allestita nella forma generica. L’Mps interviene così nelle polemiche e nel dibattito innescati dai retroscena, svelati dalla ‘Regione’, delle proposte di nomina che la commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ ha fatto e indirizzato di recente al plenum del Gran Consiglio in vista dell’elezione dei/delle subentranti alle procuratrice pubbliche Marisa Alfier e Pamela Pedretti, che hanno rassegnato le dimissioni per aprile. L’elezione di due pp è agendata nella sessione che si aprirà lunedì prossimo. I retroscena? Il solito verrebbe da dire. Ovvero quello che si ripete da diversi anni nella spartizione partitica delle poltrone giudiziarie: trattative, inciuci, (potenziali) conflitti di interesse. Sullo sfondo, il sistema di reclutamento delle toghe ancorato alla vigente Costituzione cantonale, con il Gran Consiglio quale autorità di nomina di procuratori e giudici.
Con la loro iniziativa parlamentare, Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi sollecitano la modifica della Legge sull’organizzazione giudiziaria “in materia di elezione dei magistrati” sulla scorta di tre “principi”. Il primo: “La competenza di nomina dell’ordine giudiziario non è più del Gran Consiglio, ma è affidata a un meccanismo di sorteggio dei candidati e delle candidate alla carica (ad eccezione dei giudici di pace e dei loro supplementi che continueranno a essere eletti dal popolo). Il sorteggio in seduta pubblica è di competenza della/del presidente del Gran Consiglio”. Il secondo: “Il presupposto per procedere al sorteggio è che almeno 4 candidati siano stati ritenuti idonei dalla Commissione d’esperti. In presenza di almeno 4 candidati ritenuti validi dalla Commissione d’esperti un concorso non può essere annullato per nessun motivo”. Terzo principio: “Se il numero dei candidati ritenuti validi dalla Commissione d’esperti è inferiore a 4 il concorso è annullato e ripubblicato”.
Scrivono i due deputati del Movimento per il socialismo: “Da anni l’Mps segnala il malfunzionamento della giustizia ticinese a cominciare dal mercato delle vacche delle nomine”. Aggiungono Sergi e Pronzini: “Senza nessun minimo sentimento di imbarazzo e vergogna i partiti presenti nelle commissioni (Plr, Lega, Ps, Centro, Udc, Verdi) si spartiscono ogni nomina in base a suddivisioni partitiche, rapporti d’amicizia, professionali eccetera. Non vi è nuova nomina che, proprio sulla base di una logica di spartizione spesso rissosa, non finisca – come quelle previste in occasione della seduta del Gran Consiglio del marzo 2024 – in polemiche pubbliche, rivendicazioni di partito ecc.”. Polemiche e rivendicazioni, si sostiene nell’atto parlamentare, che “danno un’immagine pietosa del sistema dei partiti”. Nonostante “le solenni promesse di ‘riformare’ il sistema”, nonostante “le dichiarazioni di voler sottrarre la magistratura alle ferree regole della spartizione politica, rendendole una relativa autonomia e indipendenza, siamo da anni di fronte al nulla di fatto”.
La proposta dell’Mps non è del tutto nuova perlomeno a livello nazionale. Nel novembre del 2021 il popolo svizzero si espresse sull’iniziativa denominata ‘Per la designazione dei giudici federali mediante sorteggio’. Obiettivo degli iniziativisti: togliere la competenza di nomina al parlamento federale per ‘annullare’ l’influenza dei partiti nella scelta dei giudici. L’iniziativa venne bocciata dal 68,1 per cento dei votanti. «La nostra proposta – sottolinea Pronzini, da noi interpellato – riguarda la situazione in Ticino, dove francamente non se ne può di accordi e inciuci ogni volta che bisogna eleggere un magistrato. Secondo me, a questo punto qualsiasi altra procedura di nomina è migliore di questo osceno spettacolo che ci viene offerto dai partiti di governo e dai loro alleati. Per la nomina dei giudici federali vi è comunque un minimo serietà. Che da noi non c’è, che non c’è più: oggi per i partiti citati conta anzitutto essere rappresentati in magistratura da candidati d’area, a prescindere da competenze ed esperienza di chi aspira a una carica giudiziaria. Si sta giocando – avverte il granconsigliere dell’Mps – con il potere giudiziario, un gioco che può rivelarsi pericoloso sul piano istituzionale. Che delegittima la magistratura».