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Edilizia, è già scontro tra Unia e Società impresari costruttori

Il sindacato approva una risoluzione che chiede un aumento salariale di 250 franchi al mese e 8 ore di lavoro al giorno. Bagnovini: ‘Condizioni già buone’

In sintesi:
  • Sindacato e patronato contrapposti in vista del rinnovo del Contratto collettivo di lavoro
  • Le rivendicazioni sono state formulate il 31 agosto dal Comitato regionale dell'edilizia
E si è solo all’inizio
(Ti-Press)
11 settembre 2024
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Unia rivendica, la Società svizzera impresari costruttori rintuzza e puntualizza. È più che una schermaglia introduttiva questo primo round che, nel settore dell'edilizia, vede contrapposti sindacato e padronato in vista del rinnovo del Contratto collettivo di lavoro. A smuovere le acque è stata Unia, quando con un comunicato stampa diffuso in mattinata ha reso pubbliche le principali rivendicazioni formulate il 31 agosto dal Comitato regionale dell'edilizia: “Aumenti salariali di 250 franchi mensili, giornate lavorative di 8 ore al massimo e stop alla pratica tutta ticinese di pianificare e accumulare ore supplementari di lavoro in modo ingiustificato”, tuona il sindacato presieduto da Giangiorgio Gargantini.

La rivendicazione ha preso forma “nel contesto dei negoziati per il rinnovo del Contratto nazionale mantello, dove gli edili ticinesi affiliati a Unia hanno confermato la loro adesione: il minimo per il Ticino, cantone già oggi in ritardo rispetto ai livelli salariali nel resto del Paese e dove l'anno scorso soltanto tre ditte hanno corrisposto aumenti salariali lineari”.

Oltre al salario c’è di più, però. Perché Unia, si diceva, rivendica “la progressiva riduzione del tempo di lavoro fino a giornate di 8 ore al massimo e hanno anche denunciato una situazione insostenibile nella gestione delle ore straordinarie da parte di molte imprese dell'edilizia ticinese, che seguono una pratica in palese violazione della legislazione vigente”. Questa pratica, per Unia, “consiste nel pianificare a calendario le ore supplementari anche in assenza di reali necessità operative al solo scopo di mettere ‘fieno in cascina’”. E ancora: “Gli straordinari non si possono pianificare e si possono fare solo in caso di comprovata necessità”.

‘I salari sono già ottimi’

Il direttore della Sezione ticinese della Società svizzera impresari costruttori Nicola Bagnovini, interpellato da ‘laRegione’ per un commento, fa due premesse. La prima è che «i salari nell'edilizia sono già ottimi, un muratore qualificato Afc con tre anni di apprendistato ha ora uno stipendio minimo di 5'738 franchi per tredici mensilità. Un capocantiere ha un salario minimo di 6'082 franchi. Ci sono molti laureati che guadagnano meno...». La seconda premessa di Bagnovini è tecnica: «Il Contratto collettivo cantonale è un complemento di quello nazionale, che specifica alcuni aspetti partendo dalla base federale. Non abbiamo mai trattato, e credo non cominceremo ora, le questioni cantonali senza conoscere nel dettaglio le disposizioni del Contratto nazionale mantello, che è di forza obbligatoria».

Sulla richiesta di Unia di aumentare di 250 franchi al mese tutti salari, Bagnovini tiene il punto: «La loro richiesta è motivata dal fatto che l'anno scorso non abbiamo concesso il carovita e da quello che pensano ci sarà quest’anno. La valutazione degli aumenti salariali va fatta su più anni tenendo conto del recente biennio con la concessione di aumenti generalizzati di 160 franchi e del 2023 durante il quale sono stati concessi aumenti di 150 franchi al mese per tutti. L’indice svizzero dei salari è da sempre nettamente inferiore a quello dei salari dell’edilizia principale, non si spiegherebbero altrimenti i nostri elevati stipendi». Senza dimenticare, riprende il direttore della Ssic, che «250 franchi di aumento, per il muratore che citavamo prima, vorrebbe dire sfiorare i 6mila franchi al mese come minimo salariale. A noi sembra improponibile ed eccessivo, oltre che ingiusto per rapporto ad altri corpi di mestiere simili al nostro». Creando, così, «costi insostenibili sia alle aziende, sia ai committenti». In più, riprende Bagnovini, «in Ticino abbiamo la peculiarità che circa il 60% dei dipendenti nell'edilizia sono frontalieri. Quindi, il carovita di questi apprezzati lavoratori, è già stato ampiamente compensato dal cambio, per loro favorevole da anni».

A ogni modo, «la Ssic si è già detta favorevole a un aumento salariale individuale basato sulle prestazioni, ed è importante ribadire che un eventuale aumento al merito incide sulla massa salariale, allo stesso modo di quelli generalizzati».

Sull'altra richiesta di Unia, quella di fermare “la pratica dell'accumulo di ore in modo straordinario”, Bagnovini è altrettanto fermo: «Quando si può si lavora di più, anche per compensare giornate lavorative più corte a causa, ad esempio, della canicola o delle intemperie. Le regole, firmate anche da Unia, dicono che nel contaore si può andare in deficit fino a 20 ore, così come disporre di al massimo 70 ore aggiuntive, il che conferma la possibilità di mettere un po’ di “fieno in cascina” in previsione di tempi dove è necessario lavorare di meno. È questa la flessibilità sottoscritta dalle parti contraenti con l’ultimo rinnovo».