Ticino

Il governo ‘accorda’ l'effetto sospensivo al ricorso di ErreDiPi

Pensioni e misure compensative, il Consiglio di Stato sul referendum obbligatorio: per ora niente date perché attendiamo la sentenza di merito del Tf

Lo scorso ottobre il sì del parlamento cantonale al referendum finanziario obbligatorio
(Ti-Press)
19 gennaio 2024
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Il Tribunale federale non ha accordato l’effetto sospensivo al ricorso. Di fatto è però il governo a concederlo. “II Consiglio di Stato rileva di non aver ancora fissato la data in cui porre in votazione la modificazione di legge oggetto della domanda di referendum da parte del Gran Consiglio perché attende la decisione del Tribunale federale sul ricorso”, ha scritto l’Esecutivo cantonale all’Alta Corte pochi giorni fa, con copia fra gli altri al parlamento. A monte c’è il ricorso inoltrato lo scorso novembre al Tf con cui undici membri del comitato dell’associazione ErreDiPi, la Rete per la difesa delle pensioni, contestano la scelta compiuta il 17 ottobre dal Gran Consiglio di sottoporre al referendum finanziario obbligatorio, dunque direttamente al voto popolare, le misure di compensazione – proposte dal governo e approvate dal Legislativo in quella seduta – per attenuare il più possibile gli effetti sulle rendite pensionistiche della riduzione graduale del tasso di conversione stabilita dall’Istituto di previdenza del Cantone Ticino, l’Ipct, per i propri affiliati (diciassettemila gli assicurati attivi).

Gli undici aderenti a ErreDiPi, patrocinati dall’avvocato Filippo Gianoni, avevano tra l’altro chiesto ai giudici di Mon Repos la concessione dell’effetto sospensivo, ovvero niente votazione popolare fino alla sentenza di merito, fino alla decisione sul ricorso. Con decreto del 12 dicembre la prima Corte di diritto pubblico del Tribunale federale ha tuttavia respinto l’istanza, annotando che la data del referendum obbligatorio “non è ancora stata fissata” e pertanto “non dev’essere differita”. Ergo: la richiesta di concessione dell’effetto sospensivo “appare prematura”.

Osservazioni? No

Invitato dal Tf a pronunciarsi sulle tesi sollevate dai ricorrenti, secondo i quali a proposito delle misure di compensazione si sarebbe in presenza di una spesa vincolata “e in quanto tale sottratta al referendum finanziario obbligatorio” (di tutt’altro parere il Gran Consiglio: si tratterebbe di una spesa nuova, per la quale il referendum obbligatorio è applicabile), il Consiglio di Stato afferma anzitutto di rinunciare a formulare “osservazioni nel merito”, perché il governo “non è stato direttamente coinvolto nella decisione parlamentare di sottoporre a votazione la modificazione legislativa”. Ma aggiunge che prima di eventualmente stabilire la data della votazione popolare “attende la decisione del Tribunale federale sul ricorso”. Opportunamente, rileviamo: se i giudici dovessero accogliere il ricorso di ErreDiPi, considerando non sottoponibile al referendum finanziario obbligatorio la modifica della Legge sull’Ipct, nella quale sono state introdotte le misure di compensazione adottate dal parlamento, i cittadini avrebbero votato inutilmente e inutilmente si sarebbero spesi soldi pubblici per organizzare la consultazione popolare.

Per il verdetto si confida in tempi celeri

“Nel limite del possibile – ricorda poi il governo nella recente comunicazione al Tribunale federale firmata dal Cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri –, le votazioni cantonali sono indette nei giorni stabiliti per le votazioni federali dall’articolo 2a dell’ordinanza del 24 maggio 1978 sui diritti politici. La prima data riservata dal diritto federale nella quale è ipotizzabile organizzare una votazione federale è il 9 giugno 2024, perché non vi sono più i tempi per organizzare una votazione il 3 marzo 2024, prossima data in cui avrà luogo una votazione su oggetti federali”. Nel caso in cui “il Tribunale federale respinga il ricorso, qualora la decisione fosse notificata entro la fine del mese di marzo, sarebbe possibile sottoporre l’oggetto al voto il 9 giugno”. Per il Consiglio di Stato “è auspicabile poter stabilire le norme applicabili con un anticipo sufficiente sulla loro entrata in vigore perché, riguardando un tema previdenziale, esse hanno potenzialmente un impatto importante sulla pianificazione e sulle decisioni delle persone assoggettate all’Istituto di previdenza del Cantone Ticino”. Si spera insomma che il Tf possa deliberare sul merito del ricorso in tempi ragionevolmente brevi. In ballo ci sono le pensioni di migliaia di persone assicurate all’Ipct.