Il 2022 dell'Azienda elettrica ticinese si chiude con un profondo rosso: a pesare è stato il crollo della produzione
Il 2022 è stato un anno da profondo rosso per l'Azienda elettrica ticinese (Aet). Lo scorso esercizio si è infatti chiuso con una perdita di 56 milioni di franchi. All'origine di questo risultato vi è in particolare il crollo della produzione idroelettrica ticinese di oltre il 40% rispetto alla media pluriennale, dovuto al prolungato periodo di siccità.
In generale, l'anno appena trascorso è stato caratterizzato da una concomitanza di eventi straordinari che ha avuto pesanti ripercussioni sull'intero settore energetico europeo, determinando un'impennata senza precedenti dei prezzi dell'elettricità sui mercati all'ingrosso.
In Ticino, le precipitazioni inferiori al 50% rispetto alla norma hanno causato una riduzione della produzione idroelettrica di portata storica. Gli impianti Aet hanno generato 542 GWh di energia idroelettrica contro i 934 GWh del 2021, segnando un -40% rispetto alla media pluriennale, mentre la produzione idroelettrica da precipitazioni è diminuita del 44% rispetto alla citata media, attestandosi a 345 GWh. Ad Aet sono dunque mancati 700 GWh di energia rispetto al passato.
L'azienda ha dunque pertanto compensato la produzione mancante tramite acquisti sul mercato, a prezzi multipli rispetto a quelli di fornitura. Cosa che si è tradotta nell'importante perdita di esercizio poc'anzi citata.
Il futuro resta gravato dalle numerose incognite legate a clima, volatilità dei mercati e instabilità del quadro geopolitico. Ciò nonostante, Aet affronta le sfide con fiducia e prosegue il suo impegno a favore di un approvvigionamento sicuro e rinnovabile, investendo nell'aumento della produzione da fonti indigene, nell'ammodernamento dei propri impianti di produzione della rete di trasmissione così come nell'elaborazione di soluzioni efficienti a beneficio delle aziende di distribuzione e dei propri clienti sul territorio nazionale.