Avanti e Ticino&Lavoro lanciano la campagna elettorale presentando i candidati per il Consiglio di Stato. ‘Siamo persone normali, non di grandi dinastie’
«Speriamo di entrare in parlamento, ma l’obiettivo principale rimane quello di portare Amalia Mirante in Consiglio di Stato». Nuovo gruppo, vecchie ambizioni, insomma. Come dichiarato da Evaristo Roncelli nella conferenza stampa di presentazione dei cinque candidati per il governo, non cambiano gli intenti in vista del 2 aprile dei due ex rappresentanti del Partito socialista e fondatori del movimento Avanti che insieme a Ticino&Lavoro è in corsa per le elezioni cantonali.
«La nostra è una lista composta da varie sensibilità, fatta di storie, professioni ma anche di provenienze politiche molto diverse. Alcune arrivano da partiti che si identificano a destra, altre da sinistra. Ma come è possibile che convivano in un’unica lista?» ha chiesto la stessa Amalia Mirante, affermando: «Proprio perché crediamo sia giunto il momento di superare queste divisioni, di mettersi insieme per dare delle risposte ai problemi di tutti i giorni».
Nell’illustrare il programma politico congiunto, l’economista e docente universitaria ha parlato di «pochi obiettivi, ma che siamo certi di poter raggiungere». Il cuore di tutto è la tematica del lavoro. «Parliamo senza timore di dare priorità e attenzione ai lavoratori residenti. E siamo convinti non ci debba essere una faida tra Stato, aziende e cittadini, ma che come un triangolo i tre soggetti debbano collaborare nell’interesse del cantone», ha sottolineato Mirante. «Bisogna occuparsi dei salari, dei motivi per cui i giovani vanno via, degli effetti negativi derivanti dagli accordi che a livello nazionale hanno portato vantaggi con la libera circolazione ma per i quali il Ticino paga un prezzo molto alto». Come? La ricetta di Mirante è «attraverso la perequazione finanziaria, ma anche trasferendo in Ticino attività dell’amministrazione federale: lavori di qualità con stipendi che generano concorrenza al rialzo». Per Mirante è anche prioritario puntare sulla formazione professionale, riformare gli uffici regionali di collocamento e l’assistenza. E poi «basta con la casta. La politica deve fare un passo indietro rispetto ad alcuni posti e poteri di cui si è appropriata. Come la questione delle nomine in magistratura. Con questo Manuale Cencelli tante persone competenti senza l’etichetta partitica non arrivano dove meriterebbero», ha recriminato.
«Serve una svolta, la politica dell’immobilismo del Cantone sta rovinando numeroso generazioni – ha dal canto suo dichiarato Evaristo Roncelli, docente, di formazione economista –. Giovani ma non solo continuano ad andarsene per motivi professionali o perché non arrivino alla fine del mese. E c’è chi è rinchiuso nell’assistenzialismo». Per un cambio di rotta secondo Roncelli serve gente nuova: «Nessuno di noi è mai stato in Gran Consiglio o in Consiglio di Stato. Siamo persone che si impegnano sul territorio ma che non hanno mai fatto politica istituzionale a livello cantonale. Abbiamo voluto dare spazio a chi non ha una storia e una tradizione ancorata alle dinamiche della politica cantonale attuale. A persone "normali", che si possono trovare in qualsiasi bar o carnevale, che non arrivano da grandi dinastie», ha detto lanciando l’ennesima frecciatina a esponenti del suo ex partito. «Siamo persone che non hanno mai trovato spianati i famosi tappeti rossi, che sono una di quelle distorsioni nel cantone che vanno cambiate».
«Ho sempre odiato la politica, non si fa che litigare in dibattiti ridicoli – ha affermato Giovanni Albertini, fisioterapista e cofondatore nove anni fa di Ticino&Lavoro, portale basato sul volontariato che ha lo scopo di aiutare a collocare sul mercato del lavoro persone residenti –. Vorrei portare servizi concreti alla popolazione e ascolto, per fare in modo che qualcosa cambi realmente». Tra i temi a lui cari c’è anche la Pet Therapy da introdurre all’interno degli ospedali, «una terapia complementare che può portare positività ai pazienti».
Anche a Paolo Muschietti, operatore sociosanitario, piacerebbe «veder rifiorire questo cantone che perde giovani», ha dichiarato. E pure per lui «è ora di smettere con tutte queste liti, è urgente agire concretamente in favore di chi vive qui. Affinché la gente comune non faccia più fatica ad arrivare a fine mese. Serve anche fare qualcosa per tenere unite le famiglie, spesso i genitori devono lavorare troppo e non hanno più il tempo per insegnare i buoni valori ai figli». E poi: «Sono stufo di sentire destra e sinistra, vorrei che tutti insieme, con intelligenza, potessimo trovare buone soluzioni che facciano la differenza».
Lavoro, famiglia, ma anche inclusione al centro dell’intervento di Sladjana Pansera, che si occupa di persone con disabilità: «È necessario fare molto di più in Ticino per la conciliabilità lavoro e famiglia a livello di accesso ad asili nido, mense, congedi parentali. Ed è importante impegnarsi per l’inclusione delle persone disabili in ambito professionale. Metto a disposizione la mia esperienza per tutto questo».