Ticino

Città dei mestieri, ‘un punto centrale, ora bisogna irradiarsi’

Presentato il bilancio del terzo anno: in continua crescita gli utenti alla ricerca di informazioni su formazione professionale e mondo del lavoro

(Ti-Press)
27 gennaio 2023
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Un apprendistato concluso con successo, e un prosieguo iniziato col vento in poppa. È con queste metafore che sono stati presentati in conferenza stampa i primi tre anni di attività della Città dei mestieri della Svizzera italiana. Un esordio caratterizzato da risultati in costante crescita che nel 2022 hanno visto oltre 11’600 persone far capo – gratuitamente e senza appuntamento – alla struttura che offre consulenze, eventi e informazioni relativi alla formazione professionale e al mondo del lavoro, con una progressione del 52% di utenza rispetto all’anno precedente. E il presente mese di gennaio è già da record, con una media di 14 passaggi al giorno rispetto ai 10,6 del 2022. Risultati verso i quali non ha celato la propria soddisfazione il direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) Manuele Bertoli: «Malgrado i salti mortali fatti durante la pandemia, arrivata solo qualche settimana dopo l’inaugurazione, ora possiamo dire che la Città dei mestieri è una bella realtà consolidata». Realtà che però in futuro dovrà svilupparsi «anche tenendo conto del fatto che avere un luogo di incontro centralizzato a Bellinzona significa attirare maggiormente le persone che abitano nelle vicinanze – ha evidenziato Bertoli –. È dunque necessario continuare a irradiarsi per andare più lontano ed essere davvero un servizio a disposizione di tutti coloro che hanno quesiti rispetto al loro percorso formativo e lavorativo».

Rischio tagli? ‘Nessun servizio è al riparo’

Il progetto, ha ricordato Bertoli, ha impiegato parecchio tempo a venire alla luce: «Era nelle nostre prospettive già durante le legislature precedenti, ma di difficile realizzazione per ragioni finanziarie, anche perché si trattava di qualcosa che in Svizzera esisteva solo a Ginevra. Si è infine trovata la modalità per renderlo compatibile con le disponibilità finanziarie del Cantone e i numeri cominciano a mostrare la ragione della sua bontà». A corto termine, però, l’ombra dei conti in rosso – soprattutto considerando il ‘Decreto Morsoli’ che sancisce il pareggio di bilancio cantonale entro il 2025 – potrebbe nuovamente stagliarsi sulla Città dei mestieri, ridimensionandone l’offerta? «Alla luce del probabile piano di risparmio che il Cantone dovrà affrontare, nessun servizio o offerta può chiamarsi fuori», ha risposto alla nostra domanda il direttore del Decs, aggiungendo che il suo auspicio è «che non si tocchino elementi importanti, e la Città dei mestieri è uno di questi. Ma immaginare che il Cantone possa risparmiare senza toccare nulla è un po’ come credere a Babbo Natale. Se si rinuncia a entrate importanti sgravando a destra e a manca, l’aritmetica porta ai risparmi, e i risparmi sono comunque ridimensionamenti, riduzioni di offerta eccetera».

A tracciare un bilancio più nel dettaglio dello scorso anno d’attività è stata Tatiana Lurati Grassi, capa dell’Ufficio formazione continua e innovazione della Divisione formazione professionale. Tre – ha ripercorso Lurati Grassi – sono i settori in cui è strutturata l’offerta: «Quello delle consulenze che ha conosciuto un balzo di +42% rispetto all’anno precedente; quello degli eventi con un +59%; e quello degli atelier e degli incontri con un +50%». Quanto al target dell’utenza, come nel 2021 la fascia di età maggiormente presente si conferma quella degli adulti (61%), seguono i giovani tra i 18 e 25 anni (22%) e quelli con meno di 18 anni (17%). C’è dunque una prevalenza di over 25: «Diversi di loro arrivano con la necessità di capire quali possibilità o quali alternative esistono rispetto al proprio percorso – ha reso noto Lurati Grassi –. Arrivano poi anche molti adulti che non sono in grado di usare le nuove tecnologie e i servizi che sono sempre più digitali. Si tratta di una possibile barriera che come Città dei mestieri ci adoperiamo per aiutare a superare».

Promozione influencer? No, ‘tentativo di intercettare i giovani’

Per intercettare i più giovani sono stati aperti dei profili social specifici, ha spiegato a ‘laRegone’ Nicola Pini, presidente del Comitato guida della Città dei mestieri. Si tratta di una sorta di evoluzione della serata intitolata "Professione influencer" che tre anni fa era stata oggetto di alcune polemiche. «L’evento era stato pensato non come promozione, ma come sensibilizzazione – ha specificato Pini nel rispondere alla nostra domanda sul senso della proposta e un suo eventuale seguito –. Si voleva spiegare quali erano le opportunità di una simile attività ma anche i rischi. Quella sera l’affluenza è stata di un’ottantina di persone con cui si è discusso anche dell’importanza di investite in una formazione, ad esempio rivolgendosi alla Csia per sviluppare la propria creatività. Adesso questo pubblico, ancora difficilmente raggiungibile attraverso i canali classici, lo incontriamo grazie ai social su cui la Città dei mestieri è ora attiva».

Ampliando il campo, Pini si è detto soddisfatto in particolare dai quello che ha definito «una specie di patto di paese che sta dando i suoi frutti», riferendosi alle proficue discussioni del Comitato guida che presiede, il quale riunisce rappresentanti degli Uffici cantonali coinvolti nella Città dei mestieri e le principali organizzazioni professionali e sindacali cantonali. In seguito ha passato in rassegna gli obiettivi strategici che si stanno portando avanti. Innanzitutto quello di aumentare e consolidare la presenza e la capillarità sul territorio: «È importante che le persone vengano qui dove ci si può incontrare ma altresì che la Città dei mestieri sia capace di dialogare con il territorio. In questo senso nel 2022 ci sono stati 61 eventi esterni, il 300% in più rispetto all’anno precedente e abbiamo intavolato discussioni più istituzionali con dei Comuni per garantire dei presidi in punti delocalizzati». Dopo le esperienze con Locarno e Mendrisio, ne arriveranno altre con Biasca e il Grigioni italiano, ha fatto presente Pini. Tra gli obiettivi raggiunti ci sono il sostegno nell’utilizzo dei mezzi informatici e una particolare focalizzazione sulla formazione professionale, mentre fra quelli in prospettiva figura l’organizzazione di almeno un convegno all’anno «per capire dove va il mondo del lavoro e riflettere sul futuro».