Ticino

Vpod, le preoccupazioni sono Decreto Morisoli e povertà assoluta

Presentato il Rapporto d’attività 2021, con cui il sindacato denuncia ‘la svolta reazionaria della politica ticinese’ mentre ‘le persone povere aumentano’

Il segretario della Vpod Raoul Ghisletta
(Ti-Press)
26 aprile 2022
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"In Ticino la povertà assoluta è molto aumentata". È questo uno delle grida d’allarme contenute nel rapporto d’attività 2021 del sindacato Vpod, pubblicato alla vigilia dell’assemblea annuale dei delegati che si terrà venerdì 29 aprile. Le persone povere, infatti, secondo l’Ufficio federale di statistica "sono passate da 36mila nel 2018 a 50mila nel 2020: il tasso è salito dal 10,3% nel 2018 all’11,6% nel 2019 per arrivare al 14,5% nel 2020". Un’ascesa continua e che preoccupa ancor di più la Vpod considerando che "i dati annuali si riferiscono sempre al reddito dell’anno precedente, per cui essi rispecchiano ancora la situazione precedente alla pandemia". In particolare, "le vittime della povertà assoluta sono le persone che vivono in economie domestiche monoparentali con figli minorenni, le persone sole di oltre 65 anni, le persone senza formazione scolastica post-obbligatoria, le persone che vivono in economie domestiche in cui nessun membro è occupato e le persone con un grado di occupazione inferiore al 50%".

‘Tutto comincia col referendum finanziario obbligatorio’

Il tutto in un momento che la Vpod non esita a definire "della svolta reazionaria della politica ticinese". Un "primo brutto segnale" si è avuto "con il referendum finanziario obbligatorio: una coalizione composta da Udc, Lega, Ppd e Mps ha fatto passare un controprogetto che mette la museruola al Gran Consiglio per tutte le spese uniche superiori a 30 milioni di franchi e per tutte le spese ricorrenti superiori ai 6 milioni di franchi. Basterà che a chiedere il referendum sia un terzo dei deputati. Malgrado la nostra opposizione, il popolo ha accettato il controprogetto: ne vedremo delle belle!", avverte il sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari. Che è giocoforza molto preoccupato per il prossimo referendum, quello su cui la popolazione ticinese si esprimerà il 15 maggio riguardo al pareggio di bilancio entro il 2025 da raggiungere agendo prioritariamente sulla spesa.

"Il sindacato Vpod Ticino in collaborazione con 20 associazioni, sindacati e partiti ha raccolto oltre 10mila firme per questo referendum contro una squilibrata e grave decisione del parlamento", si legge ancora nel rapporto d’attività 2021. Una decisione, quella della maggioranza del Gran Consiglio, "che danneggia gli utenti e il personale delle strutture sociosanitarie, gli enti universitari, la scuola e i servizi cantonali per la popolazione". A venire colpite, è opinione della Vpod, "sono le spese del personale cantonale, l’acquisto di beni e servizi per far funzionare il Cantone e infine le spese di trasferimento, in particolare i contributi agli enti sociosanitari e alle strutture universitarie: un simile decreto basato prioritariamente sul contenimento della spesa per risanare le finanze cantonali non è mai stato adottato in passato in Ticino".

‘Ai ricchi non verrà chiesto nulla’

La denuncia della Vpod è chiara: "L’articolo 31d della Legge sulla gestione del controllo finanziario dello Stato prevede espressamente che, in caso di problemi finanziari, si faccia un Piano di riequilibrio, il quale agisca sulla spesa e sui ricavi. Anche l’articolo 34 della Costituzione cantonale – rimarca il sindacato – indica che occorre adottare un approccio equilibrato nelle misure di riequilibrio finanziario". In occasione dell’ultima manovra di risanamento delle finanze cantonali, avvenuta nel 2019, "sono state adottate misure equilibrate: sia sul fronte delle spese (48%) sia sul fronte delle entrate (52%). Escludere ogni aumento delle entrate, come fa questo Decreto, è profondamente ingiusto: significa che ai ricchi non sarà chiesto nulla, mentre il ceto medio, ossia la maggioranza dei ticinesi, farà tutti i sacrifici per risanare le finanze cantonali".