Un gruppo d'imprenditori chiede al governo d'intervenire per convincere la Confederazione a rinunciare alla politica delle chiusure
Una lettera “per chiedere di intervenire con la massima determinazione sul governo federale affinché rinunci a proseguire la sua politica di chiusure, indiscriminate quanto arbitrarie, dei commerci e dei pubblici esercizi (negozi, ristoranti, hotel, palestre, musei, etc.)”. Lo chiedono al Consiglio di Stato un gruppo di imprenditori ticinesi, in rappresentanza di alcune delle principali associazioni professionali e imprenditoriali.
Le chiusure “stanno già creando una pericolosissima frattura tra società civile e potere esecutivo. Un prolungamento delle chiusure oltre il 28 febbraio non sarebbe pertanto più sostenibile dal punto di vista finanziario né tollerabile dal punto di vista politico”, si legge nella missiva.
Convinti che “I virus uccidono le persone, i lockdown l’intera società” i firmatari della lettera chiedono ai Consiglieri di Stato un intervento concreto per pianificare la ripresa delle attività economico–produttive nel nostro Cantone, “che dovranno svolgersi con il rigoroso e verificato rispetto delle norme preventive attualmente in vigore: il distanziamento, la disinfezione, la mascherina”.
In cambio offrono la loro più completa disponibilità a collaborare con le autorità cantonali in modo da “imparare come gestire insieme una situazione che, indipendentemente dall’efficacia dei vaccini, non è sicuramente destinata a esaurirsi nell’arco di qualche mese”.