L’imputato torna a casa ma nei suoi confronti sono stati inflitti 15 mesi di reclusione sospesi con la condizionale per un periodo di quattro anni
Torna a casa da stasera il 31enne di nazionalità kosovara comparso oggi in aula penale per rispondere a una lunga lista di reati, tra i quali spiccano i furti, le violazioni di domicilio, la ricettazione e l’infrazione alla legge federale sugli stupefacenti. Il presidente della Corte delle assise correzionali di Lugano Marco Villa, al termine del processo, ha inflitto all’uomo una pena sospesa con la condizionale per un periodo di 4 anni e ha ordinato nei suoi confronti l’assistenza riabilitativa e il rispetto di norma di condotta che prevedono controlli regolari delle urine. L’atto d’accusa firmato dal procuratore pubblico Alvaro Camponovo è stato solo parzialmente accolto.
Il giudice, nella motivazione della sentenza, ha stigmatizzato il fatto che si giunga solo ora a giudizio, dopo che nei confronti del 31enne sono stati aperti 25 incarti e il primo arresto dell’imputato risale al luglio 2016. Oltre al ritardo, Villa ha pure criticato l’inchiesta lacunosa della polizia che lo ha obbligato a prosciogliere il 31enne da diversi capi d'imputazione. Allo stesso modo, non è stata accolta la richiesta di carcerazione di sicurezza per l’imputato, la pena di 23 mesi da espiare più l’espulsione dalla Svizzera per cinque anni formulata dal Camponovo. Il giudice non ha riconosciuto l’aggravante del furto per mestiere e ha dovuto sposare le tesi sostenute dall’avvocato Giuseppe Gianella, che ha chiesto una pena sospesa con la condizionale e si è espresso contro l’espulsione dal Paese per il suo assistito.
D’altro canto, in almeno 12 occasioni, il 31enne ha rubato. Tuttavia, i furti sono stati ‘diluiti’ sull’arco di poco meno di sette anni. Il 31enne, peraltro, era stato già fermato e arrestato, per gli stessi reati, nel luglio 2016 e da quel momento aveva scontato poco meno di tre mesi di carcerazione preventiva. In seguito, l'uomo ha continuato a delinquere, mentre l’incarto nei suoi confronti si è ampliato ed è passato sul tavolo di quattro procuratori pubblici. Fino all’ottobre scorso, quando il 31enne è stato di nuovo posto per due settimane in detenzione preventiva. Invece, dal 25 ottobre di quest'anno si trova in regime di carcerazione di sicurezza.