Dopo l'inizio di stagione ‘test’ dello scorso weekend, le stazioni sciistiche si preparano a pieno regime nonostante l'ombra di un blocco
Un weekend di prova ben riuscito ma col dubbio di dover presto chiudere. Si trovano dunque in bilico le stazioni sciistiche che però restano pronte ad accogliere i clienti: «Il nostro personale sta preparando tutte le piste», ci spiega Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti turistici di Bosco Gurin. «Se poi dovremo chiudere lo faremo con la consapevolezza che riceveremo degli aiuti. L’importante è riuscire a coprire i costi fissi». La stazione sciistica ha aperto lo scorso weekend in forma ridotta e manterrà un massimo di mille avventori al giorno: «Sabato è stata l’occasione per capire la prontezza delle persone nel rispettare le regole» dice Frapolli. «La stragrande maggioranza ha compreso la gravità della situazione. In alcuni casi sono però dovuto intervenire e intimare alcuni a rispettare le distanze e indossare la mascherina».
Apertura ‘light’ anche per Airolo che, con l’accesso consentito solo ai detentori di un abbonamento stagionale, ha potuto testare la gestione della clientela con demarcazioni per le distanze e sanificazione di locali e cabine, aprendo poi a tutti da lunedì scorso: «Per il momento non abbiamo messo un limite di giornaliere, essendo ancora in bassa stagione», afferma il direttore Mauro Pini, il quale indica un possibile tetto massimo di mille persone e la riservazione dell’orario della cabina per gestire gli arrivi nelle prossime settimane. «Il weekend scorso ha permesso anche ai nostri dipendenti di familiarizzarsi con altre mansioni – aggiunge Pini –. È importante che siano in grado di coprire altre funzioni perché a causa di possibili quarantene è necessaria flessibilità».
Negli altri cantoni
Il tema impianti sciistici tocca fortemente anche altri cantoni della Svizzera, con una spaccatura fra chi vorrebbe fermare gli sport invernali e chi autorizza le aperture. Il governo cantonale di Zurigo ha proposto ieri di chiudere immediatamente le stazioni sciistiche di tutta la Svizzera, per alleviare il carico sulla sanità dovuto all'epidemia di coronavirus. “Gli ospedali del cantone non sono quasi più in grado di assistere ulteriori pazienti per gli infortuni sulle piste da sci”, scrive l'esecutivo. Il Canton Vallese, invece, ha autorizzato l’apertura a quasi la totalità degli impianti di risalita, di tre su 51 è stato chiesto di complementare la documentazione di richiesta. Il preavviso costituisce comunque un via libera provvisorio per i gestori, che dipende dalla situazione epidemiologica.