I corrieri sono sempre più sotto pressione e le condizioni nelle aziende di subappalto sono al limite del sopportabile
«Si lavora anche 12 ore a turno e per riuscire a consegnare i 200 pacchi giornalieri si mette in pericolo la sicurezza stradale». Sembra assurdo, ma questo succede in Ticino e a raccontarlo è un corriere di un’impresa della logistica che lavora in subappalto per una ditta privata. «Anche le aziende che ricevono incarichi da altre devono sottostare alle condizioni del contratto collettivo, ma non sempre questo avviene», dice Marco Forte, segretario del sindacato Syndicom. La situazione è aggravata dall’aumento degli acquisti online in vista anche del ‘blackfriday’ di domani. «È diventato ingestibile – spiega il corriere –, le ore supplementari non vengono retribuite». C’è reticenza nel denunciare. La paura di perdere il posto di lavoro è grande: «Non puoi dire nulla perché chi decide veramente le cose non sono i tuoi superiori, ma l’azienda che commissiona il lavoro e fondamentalmente devi andare bene a loro», continua. «Inoltre per effettuare le attuali 110 consegne al giorno, è impossibile rispettare i limiti di velocità e parcheggiare in sicurezza. E le multe le paghi tu».
Forte spiega che le condizioni sono migliori presso il PostLogistics, divisione della Posta, ma il lavoro è aumentato a dismisura e, stando a un addetto, i dipendenti sono in completa emergenza. «A fine ottobre stavano già trattando il numero di pacchi che solitamente vengono spartiti nel periodo natalizio», afferma il sindacalista. «Il numero continua ad aumentare e se dovesse ammalarsi qualcuno o andare in quarantena, non riuscirebbero più a gestire la mole di invii in arrivo. Serve più personale».
Un portavoce della Posta ammette che i lavoratori sono sotto pressione nonostante la rete quest’anno sia stata potenziata dall’apertura di tre centri di smistamento pacchi e dall’assunzione di 400 persone a inizio di quest’anno. Oltre ad avvalersi di collaboratori temporanei. «Non c’è mai stata una quantità simile nella storia dell’azienda», dice il portavoce. «Abbiamo un mandato del Consiglio federale che ci impone di recapitare circa il 95% dei pacchi puntualmente anche con gli attuali carichi». E fa presente: «anche una piccola percentuale di consegne effettuate in ritardo, se tradotte in numeri, sono comunque migliaia al giorno». Per sgravare gli impiegati di PostLogistics, anche gli addetti al recapito delle lettere distribuiscono i pacchi di piccole dimensioni. Ma la pressione rimane. Inoltre, spiega il portavoce, «i nostri clienti maggiori ci aiutano facendo già un primo smistamento a seconda della grandezza degli invii e comunicandoci le loro stime. Questo ci permette di organizzarci meglio».
«La situazione nelle ditte in subappalto peggiorerà l’anno prossimo quando scadrà il contratto collettivo», ricorda Marco Forte. «Lo avevamo comunque già disdetto perché volevamo rinegoziare le condizioni degli addetti al recapito. Purtroppo le aziende private non hanno voluto trovare un accordo col nostro sindacato. Hanno cercato altri partner sindacali ma a quanto pare non sono stati firmati accordi e probabilmente si andrà verso un vuoto contrattuale». Per impedire il collasso Matteo Antonini, membro del comitato direttivo di Syndicom, afferma che sono necessari salari superiori, un numero sufficiente di dipendenti fissi e misure per la protezione della salute, questo oltre a un «contratto collettivo di obbligatorietà generale per gli addetti al recapito dei fornitori privati».
«Le ore di lavoro sono troppe, le pause le gestisci tu e a volte hai tempo solo per fermarti quindici minuti a mangiare un panino», racconta il corriere. «Trovo ingiusto che porto la stessa divisa dei miei colleghi che lavorano per l’azienda principale, ma sono obbligato a fare il doppio delle consegne». Al riguardo l’Ufficio dell’ispettorato del lavoro non entra nei dettagli ma spiega: «Il settore della logistica dei pacchi, come quello della Posta, è stato assoggettato alla legge sul lavoro nel marzo del 2015». In base a essa, in questo settore non si può lavorare piu di 50 ore a settimana. «In caso di necessità – continua – è inoltre possibile svolgere del lavoro straordinario nella misura di due ore al giorno per singolo lavoratore, superate le 50 ore settimanali e di 140 ore straordinarie per anno civile». All’Ufficio non risultano inoltre segnalazioni di elusione di queste regole.