Il sindacato chiede di migliorare le condizioni di lavoro. Franco Cavadini: 'C'è già un contratto. Se ci sono problemi, segnalarli alla commissione paritetica'
«Non abbiamo ricevuto segnalazioni di violazioni del contratto collettivo degli impiegati di commercio. Se l'Ocst ha dei casi concreti, la invito a portarli a conoscenza della Commissione paritetica», così Franco Cavadini, presidente della commissione paritetica che vigila sull'applicazione del contratto collettivo in vigore nel settore del commercio. «Non dico che va tutto bene, ma se ci sono problemi e casi puntuali è meglio segnalarli in modo da sanzionarli secondo le regole che si è dato il settore», aggiunge Cavadini che è, tra l'altro, presidente onorario di TicinoModa, l'associazione del settore dei fabbricanti tessili.
Nei giorni scorsi l'Organizzazione cristiano-sociale ticinese ha scritto una lettera all'attenzione dell'Associozione delle industrie ticinesi (Aiti) lamentando un deterioramento delle condizioni di lavoro nel settore degli impiegati. «Il settore industriale occupa sì degli impiegati di commercio, ma non in modo preponderante», afferma da parte sua Stefano Modenini, direttore dell'Aiti. «Ad ogni modo c'è un contratto settoriale, non di obbligatorietà generale è vero, ma non ho motivo di dubitare che non venga applicato nelle aziende nostre associate», aggiunge Modenini.
“Preoccupa la gravità di alcune situazioni: salari inadeguati al ruolo, alle responsabilità e alla formazione, assenza della tredicesima mensilità, mancato pagamento delle ore extra, flessibilità e difficoltà di conciliare vita privata e famiglia», si legge. L'Ocst denuncia anche situazione di stipendi insoluti e numerosi casi di lavoro fittizio a tempo parziale. «Nell'ultima riunione della commissione paritetica non sono emersi casi del genere», precisa ancora Cavadini che afferma che nel settore vigono salari minimi superiori a quanto stabilito l'anno scorso dal Gran Consiglio. «Salari che saranno comunque adeguati, al rialzo, nella settore della produzione appena entrerà in vigore la legge», afferma il presidente onorario di TicinoModa.
L'Ocst nella lettera inviata all'Aiti e per conoscenza a tutte le associazioni di categoria e partner sociali in qualche modo coinvolte nel settore impiegatizio, lamenta comunque che condizioni di lavoro deteriorate “siano registrate in contesti professionali dove sono previsti contratti collettivi nazionali, cantonali e contratti aziendali di lavoro”. Il sospetto, scrivono i sindacalisti Ocst Claudio Isabella, Paolo Coppi e Nenad Jovanovic è che “la figura intermedia e trasversale dell'impiegato non trovando collocazione nei diversi ambiti contrattuali e nelle differenti categorie definite, venga quindi trattata a parte e a condizioni che permettano all'azienda un risparmio sterile e fine a se stesso”.
In pratica si chiede di inquadrare, dal punto di vista contrattuale, una categoria di lavoratori definiti genericamente 'impiegati amministrativi e gestionali' (i colletti bianchi, per intenderci) che attualmente sfugge alle attuali categorie professionali. Nel terziario esistono numerosi contratti normali di lavoro, quelli imposti dall'autorità su proposta della commissione tripartita in materia di libera circolazione delle persone, resisi necessari per moderare le pressioni al ribasso delle condizioni di lavoro. Da qui la proposta di intavolare trattative “in tutti i contesti professionali oggi sprovvisti di un contratto collettivo o aziendale, andando ben oltre a quanto stabilito nei contratti normali di lavoro”.
Il sindacato Ocst ribadisce che “migliori condizioni contrattuali restituiscano migliori prestazioni e che un contesto fatto di contratti all'avanguardia influenzati dal rispetto delle esigenze fondamentali della persona, elevi il livello del fare impresa aumentanto il contesto professionale del territorio”