Ticino

Rilancio economico, Vitta: così si muoverà la task force

Coronavirus, il presidente del Consiglio di Stato: 'Tra una o due settimane la prima riunione del Gruppo'. 'Risorse, erogati già oltre 1,2 miliardi di franchi'

15 aprile 2020
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Centomila lavoratori in Ticino in orario ridotto, quasi la metà degli occupati. Spaventa, quantomeno non lascia indifferenti, ora e in prospettiva, il dato comunicato nella conferenza stampa di lunedì dalla responsabile, al Dipartimento finanze ed economia, della Sezione del lavoro Claudia Sassi. A complicare il quadro c’è l’incertezza. L'incertezza sulla durata di questa dannata pandemia. E quindi sulla ripartenza delle attività economiche; meglio, sulle modalità di riavvio della macchina produttiva (ieri, come annunciato la scorsa settimana dal governo, c’è stata qualche riapertura). Già da oggi occorre però pianificare, anche a livello cantonale, per dare appena possibile risposte concrete a chi – imprenditori e salariati – nutre grandi preoccupazioni per il futuro della propria impresa, del proprio impiego. Bisogna insomma evitare che il post emergenza sanitaria diventi una Caporetto per l’economia ticinese. Per questo la politica, nella fattispecie il Consiglio di Stato, ha deciso di dar vita al ‘Gruppo di lavoro per il rilancio del Paese’. Spiega il governo in una lettera indirizzata all’inizio della settimana passata all’Ufficio presidenziale del parlamento cantonale: “La necessità di contenere la diffusione del coronavirus ha richiesto l’adozione di misure importanti e incisive che hanno e avranno un impatto di rilievo sull’economia cantonale. Vi è pertanto la necessità di implementare, una volta superata la fase acuta di diffusione del virus e accanto agli interventi di corto termine già messi in campo e che perseguono l’obiettivo di salvaguardare la liquidità, anche delle misure di sostegno strutturali a più lungo termine, con l’obiettivo di supportare le aziende e di riflesso di tutelare gli impieghi”.

Per saperne di più su questa task force ci siamo rivolti al presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta.

Presidente Vitta, di quanti membri si compone il Gruppo di lavoro e chi ne farà parte, ovvero quali saranno le cerchie rappresentate (associazioni imprenditoriali, sindacali e professionali, politici...)?

In una prima fase abbiamo chiesto alle associazioni padronali, ai sindacati e all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio di indicarci i nomi dei loro rappresentanti. In questi giorni stanno arrivando le risposte con i nominativi proposti, che saranno integrati con alcuni specialisti. Una volta rientrati tutti i nomi avremo un’indicazione esatta della composizione. Questo consesso potrà in seguito attivare dei gruppi di approfondimento tecnico in funzione dei temi che deve affrontare.

Quando la prima riunione della task force?

È prevista a breve, tra una o due settimane, appena sarà ultimata la composizione. Nella prima riunione si discuterà del raggio di attività, del metodo di lavoro e anche del calendario dei lavori.

A questo Gruppo toccherà anche proporre tempi e modalità di riapertura delle attività aziendali?

Sarà un gruppo consultivo che non avrà competenze a livello operativo e non tratterà quindi il tema della modalità e dei tempi di allentamento delle misure restrittive attualmente in vigore. In questo gruppo si confronteranno idee e opinioni e potranno essere discusse delle misure strutturali per il rilancio del Paese. Avrà l’obiettivo di lavorare anche sul medio e lungo termine in quanto dovremo convivere ancora per vari mesi con il virus e con tutti i condizionamenti che ne derivano per l’attività economica e il mercato del lavoro.

Il Gruppo aprirà un canale di dialogo con Berna e cioè con il Consiglio federale e la deputazione ticinese alle Camere?

La parte operativa resterà di competenza dell’organizzazione già oggi attiva. Il Gruppo dovrà sicuramente attingere anche alle informazioni provenienti da Berna. Infatti il rilancio del Paese interessa tutti i Cantoni, la Confederazione e anche i Comuni. Sarà dunque fondamentale un coordinamento dell’azione di rilancio del Paese. Servirà, in un certo senso, un patto di Paese.

E a proposito di Berna, il Consiglio di Stato intende proporre nuove misure tenendo conto della realtà ticinese?

Vi è un costante contatto con Berna, con la deputazione ticinese alle Camere federali e con la sua presidente. Attualmente, per esempio, stiamo seguendo da vicino il tema degli indipendenti. Un primo successo lo abbiamo già ottenuto negli scorsi giorni con il riconoscimento delle limitazioni imposte solo nel nostro Cantone. Altre proposte ticinesi sono state portate nelle Commissioni competenti e a breve, nelle prossime settimane, siamo fiduciosi che possa esserci un’ulteriore evoluzione positiva per la categoria degli indipendenti.

Christian Vitta, come commenta il dato segnalato l’altro ieri dalla responsabile della Sezione del lavoro: in Ticino si contano già circa 100mila persone a lavoro ridotto?

È un dato che non sorprende in quanto già nei primi giorni della crisi avevamo assistito a un importante numero di richieste. Queste risorse, unitamente ad altre messe in campo fra cui i crediti garantiti dall’ente pubblico, hanno permesso, in poco tempo, di erogare in Ticino oltre 1,2 miliardi di franchi. È una cifra molto elevata. Per questo motivo le misure strutturali di rilancio del Paese dovranno essere ben calibrate, tenendo conto della situazione nei vari settori economici e delle differenti situazioni in cui si trovano. Si tratta di soldi pubblici che vanno utilizzati in maniera efficace.