Ticino

‘Ai vertici della Posta grazie a Novazzano e al Ticino’

Il Ceo dell’ex regia federale, ieri nel comune del Mendrisiotto, assicura che il suo vissuto momò farà la differenza nel nuovo ruolo

Roberto Cirillo ieri a Novazzano (Ti-Press)
2 agosto 2019
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«Sono cresciuto proprio qui dietro». Dalla corte interna del municipio di Novazzano alla casa ‘natale’ del nuovo Ceo della Posta saranno sì e no cinque minuti a piedi. E anche se è dal 1990 che Roberto Cirillo ha lasciato il comune momò, il ritorno a casa – anche solo per parlare davanti ai novazzanesi in occasione del Primo d’agosto – è carico di emozioni.

Poco importa aver lavorato ad alti livelli a Shanghai, Melbourne, Mosca, Parigi, Istanbul, Londra: la voce si rompe comunque quando ripensa a quegli anni passati tra le colline del Mendrisiotto, a come, negli anni Settanta, quella comunità abbia accolto suo padre e sua madre in arrivo da Zurigo.

«Tanto, se non tutta la mia carriera, è stata possibile grazie a Novazzano. Chi mi frequenta sa che non lo dico solo perché parlo davanti a voi oggi: ho sempre fatto riferimento a Novazzano e al Ticino come uno dei fattori fondamentali della mia crescita personale e professionale». Le avventure vissute nel territorio del comune, ha rilevato il numero uno della Posta, gli hanno insegnato a prendere decisioni e conoscere i propri limiti. Le persone della comunità, tutto il resto: «Le tabelle delle declinazioni dei verbi imparati alle Elementari, e la struttura mentale che mi hanno dato, sono statea più importanti per il mio successo professionale rispetto alle equazioni differenziali parziali apprese al Politecnico». Fondamentali anche i sermoni domenicali di Don Sandro. «Una scuola di dialettica e retorica durante la messa e un’opportunità di contraddittorio durante la settimana». E poi la filarmonica «dove non ho mai brillato nel mio ruolo di terzo trombone, ma dove ho imparato che anche con un compito minore e un talento scarso si può dare un contributo importante a un team». Insegnamenti che Cirillo ha messo a frutto nella sua attività professionale e che ora vuole portare alla Posta: «Un’azienda e un’istituzione dove spero di poter contribuire, nel mio piccolo, all’evoluzione della società svizzera grazie a quanto appreso qui».

E alla domanda se l’essere cresciuto in un «piccolo villaggio di collina» farà la differenza nelle decisioni future del Gigante giallo, la risposta è chiarissima: «Già lo stanno facendo».