Così il presidente della Gestione Daniele Caverzasio sul contributo supplementare per risanare la Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato
«È una bomba a orologeria». È netto il presidente della Commissione parlamentare della Gestione, il leghista Daniele Caverzasio, nel descrivere la situazione («molto preoccupante») in cui si trova l’Istituto di previdenza del Canton Ticino (Ipct), come da alcuni anni si chiama la Cassa pensione dei dipendenti dello Stato. Un contributo supplementare da parte dello Stato di 500 milioni di franchi che si aggiunge al contributo di risanamento votato qualche anno fa: ammonta a tanto la richiesta dell’Istituto di previdenza per far fronte alla maggiore spesa pensionistica per garantire le rendite promesse agli assicurati esclusi dalla riforma del 2012 quando si passò dal primato delle prestazioni a quella dei contributi. «Questi 500 milioni rappresentano il costo supplementare che hanno avuto le garanzie concesse dal Gran Consiglio ai beneficiari del vecchio regime previdenziale», ci spiega Pierre Spocci, direttore dell’Ipct. «In pratica non sono costate mezzo miliardo, come preventivato in quella sede, ma un miliardo», sottolinea Spocci, il quale precisa che non si tratta di rendite più elevate. «Le rendite sono sempre le stesse. Il maggior costo che ne sta risultando è dato dal fatto che il rendimento del patrimonio è più basso del previsto». In pratica il capitale necessario per finanziare quel tipo di rendite cresce a un ritmo meno elevato. Da qui la necessità di trovare i soldi da altre fonti. «Sarà il Gran Consiglio a decidere come e in quale forma», aggiunge il direttore dell’Ipct. Da noi contattato, il capo del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta, fuori cantone per lavoro, afferma che «il governo sta valutando la richiesta dell’Istituto di previdenza».
'Basta temporeggiare, servono chiarezza e misure'
«È da anni – riprende, interpellato dalla 'Regione', l'esponente leghista – che il nostro movimento chiede al governo, e in particolare al direttore del Dfe Vitta, quale sia l’esatto stato di salute della Cassa pensioni. Qualche anno fa si ventilava la necessità di un contributo supplementare di 300 milioni di franchi per risanarla, ora si parla già di un minimo di 500 milioni fino a un miliardo di franchi. Una voragine! Bisogna ora vedere – aggiunge Caverzasio – come impatterà sui conti del Cantone e quindi sui contribuenti, considerato che ben difficilmente pagheranno gli assicurati. La preoccupazione è veramente parecchia: tant’è che oggi stesso ho scritto alla Gestione per organizzare al più presto un’audizione del Consiglio di Stato e dei responsabili dell’Istituto per sapere come vogliono muoveresi. Non si può più temporeggiare».