Il governo ticinese propone di mettere a bilancio del Cantone un debito verso l'istituto di previdenza. Il costo 'reale' sarebbe di 12,5 milioni all'anno
Iniezione "virtuale" di 500 milioni di franchi dal Cantone all'Istituto di previdenza cantonale (Ipct). È quanto propone il Consigio di Stato al parlamento per garantire i costi supplementari delle pensioni degli assicurati con più di 50 anni. Il piano di riassesto della previdenza cantonale prevede che il mezzo miliardo sia inserito nei conti del cantone quale debito verso l'Ipct. Debito su cui le casse cantonali pagheranno un tasso d'interesse. Allo stato attuale il costo per l'erario sarà di 12,5 milioni di franchi annui.
La richiesta, oggetto del messaggio governativo varato oggi, si inserisce nell'ambito del progetto di riforma dell'istituto entrata in vigore nel 2013. I fondi supplementari serviranno a riportare sui giusti binari il cosiddetto "cammino di finanziamento", ovvero il piano di aumento della copertura delle pensioni in modo che esso raggiunga almeno l'85% entro il 2051. Un cammino, ricorda il governo in una nota stampa, su cui si è accumulato del ritardo a causa in particolare della riduzione, a lungo termine, delle aspettative di rendimento delle obbligaziono. "Nei primi tre anni, dal 2013 al 2015, il cammino di finanziamento è stato rispettato – fa notare il governo –. Successivamente, a fine 2018, invece del 69.2% previsto, il grado di copertura effettivo è stato del 63.9%, per un ammanco di patrimonio rispetto a quanto previsto di 420 milioni di franchi".
L'essersi discostati dal piano di copertura "ha costretto l'Ipct, su raccomandazione del perito in materia di previdenza professionale, a ridurre il tasso tecnico dal 3.5 al 2% in tre tappe dal 2015 al 2017 e di conseguenza ad aumentare di 1 miliardo di franchi gli accantonamenti a copertura degli impegni verso i pensionati e per le garanzie di pensione, riducendo in modo marcato il grado di copertura".
Il mezzo miliardo richiesto servirà a coprire la metà dei costi non previsti nel piano di finanziamento, permettendo così di recuperare parte del ritardo accumulato sul cammino di finanziamento. Il contributo "sarà inserito nel bilancio dell'Istituto di previdenza al 1.1.2021 come credito verso il Cantone e nel bilancio del Cantone come debito verso l’Ipct". Su questo debito, "il Cantone verserà un interesse pari al tasso tecnico più un margine dello 0,5%. Con l’attuale tasso tecnico del 2%, l’interesse che il cantone dovrà versare sarà calcolato al tasso del 2,5%, ciò che corrisponde ad un esborso annuo di 12,5 milioni di franchi".
L'altro mezzo miliardo di maggiori costi non previsti "è stata coperta dall’evoluzione tra il 2013 e il 2018 del patrimonio che è stata migliore di quanto previsto e dagli assicurati attivi. Questi ultimi hanno già contribuito in questi anni al finanziamento dei maggiori oneri per le rendite dei beneficiari, poiché è stato loro riconosciuto unicamente il tasso minimo di interesse Lpp sui loro capitali di previdenza (attualmente l’1%), mentre il rendimento conseguito dall’Ipct ha sfiorato mediamente il 4%".
"Non si tratta di presentare un nuovo piano di risanamento, ma di aggiornare l'impegno finanziario che il Cantone quale datore di lavoro deve garantire per onorare gli impegni presi nel 2012", spiega a laRegione il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta. E a questa situazione si è arrivati perché "l'evoluzione dei mercati e dei vari parametri tecnici hanno fatto sì che gli impegni presi costino di più rispetto a quanto a suo tempo era stato previsto. Se l'Ente pubblico quale datore di lavoro si prende degli impegni verso i propri dipendenti, il governo ritiene che sia anche corretto che questi impegni siano mantenuti. E se questo richiede un finanziamento supplementare, bisogna farvi fronte".
Il finanziamento va a coprire questa necessità, che è diluita in più anni. Spiega ancora Vitta: "Questi 500 milioni non sono pagati dall'Ente pubblico a corto termine, ma finanziariamente nel 2051. In questi anni pagheremo gli interessi su questo nuovo impegno, e l'incidenza sui conti dello Stato annua sarà circa di 12,5 milioni".
Passando dal piano tecnico a quello politico, la Lega ha manifestato già mesi fa il proprio disappunto. Ci sono alternative a questa operazione? "Il governo lo ha bene evidenziato in varie prese di posizione: la Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato, oggi Istituto di previdenza del Canton Ticino, è garantita dall’Ente pubblico, il quale non può quindi sottrarsi agli impegni presi. Anzi, se non manterremo il percorso di equilibrio che abbiamo imboccato a suo tempo, il rischio è che la fattura costerà ancora di più tra un po’ di anni, perché dovremo comunque far fronte agli impegni che erano stati appunto presi".