'Le attività in Ticino di commercialisti e immobiliari devono continuare a essere soggette ad autorizzazione'. Il Consiglio di Stato risponde alle interrogazioni
La legge ticinese sui fiduciari? Secondo il Consiglio di Stato va mantenuta. Perlomeno per due delle tre professioni del ramo. “Le attività di fiduciario commercialista e fiduciario immobiliare svolte per conto di terzi a titolo professionale nel cantone devono continuare a essere soggette ad autorizzazione e sorveglianza”, scrive il governo rispondendo alle interrogazioni inoltrate in tempi recenti dai deputati liberali radicali Giovanni Pagani e Matteo Quadranti sul destino della normativa ticinese in vista dell’entrata in vigore, gennaio 2020, di due normative federali: la Legge sui servizi finanziari e la Legge sugli istituti finanziari. A queste ultime «saranno assoggettati i fiduciari finanziari», spiega dal Dipartimento istituzioni la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti, interpellata dalla ‘Regione’.
Da oltre trent’anni chi in Ticino intende praticare la professione di fiduciario finanziario, di fiduciario commercialista oppure di fiduciario immobiliare deve essere autorizzato dal Cantone. Nel 2012 una nuova legge, frutto della revisione di quella del 1985. Dal 2012 spetta all’Autorità di vigilanza rilasciare le autorizzazioni. E ciò a determinate condizioni: titoli di studio, periodo di pratica ecc. Ora, fra meno di un anno scatteranno le citate leggi federali: quella sui servizi finanziari e quella sugli istituti finanziari. La prima, ricorda il Consiglio di Stato, “introduce disposizioni intersettoriali per l’offerta di servizi finanziari e la distribuzione degli strumenti finanziari”. La seconda “prevede una normativa differenziata in materia di vigilanza per gli istituti finanziari (gestori patrimoniali, gestori di patrimoni collettivi, direzioni dei fondi e società di intermediazione mobiliare)”. La novità “principale”, rileva il governo, “consiste nell’assoggettamento alla vigilanza prudenziale dei gestori di patrimoni individuali di clienti individuali, dei gestori di valori patrimoniali di istituti di previdenza e dei trustee”. La Finma, l’autorità federale che vigila sui mercati finanziari, “autorizzerà all’esercizio dell’attività e avrà la competenza assoluta di svolgere l’attività di enforcement nei confronti dei suddetti soggetti; la vigilanza corrente sui gestori patrimoniali indipendenti e sui trustee sarà esercitata da organismi di vigilanza senza statuto di autorità, autorizzati dalla Finma”. Tutti i fiduciari finanziari attivi in Svizzera, Ticino compreso, saranno pertanto presto assoggettati alle normative federali.
Il Consiglio di Stato si è chiesto se si giustifichi il mantenimento della Legge cantonale sull’esercizio delle professioni di fiduciario, la LFid. Al quesito ha risposto “affermativamente”. Ritiene infatti “importante mantenere la vigilanza sui fiduciari attivi in settori professionali altrettanto sensibili e importanti come quello commerciale e quello immobiliare, motivo per cui si reputa che l’Autorità di vigilanza debba continuare nella sua importante attività”. Scopo della legge cantonale, sottolinea il governo, “è assicurare la competenza di chi svolge tale attività, penalizzando l’esercizio abusivo di questa professione”. Il riferimento è ai cosiddetti fiduciari ombra, intermediari sprovvisti di autorizzazione. In considerazione dell’imminente entrata in vigore delle menzionate disposizioni federali e dell’orientamento del Consiglio di Stato, si sta procedendo “all’adeguamento” della normativa cantonale: il relativo messaggio governativo “verrà posto in consultazione presso le parti interessate nel corso del mese di marzo”.
D’accordo con la posizione del Consiglio di Stato e dunque con il mantenimento in Ticino del regime autorizzativo per commercialisti e immobiliari è il presidente dell’Autorità di vigilanza Marco Bertoli. Questo «anche a tutela dei clienti», evidenzia l’avvocato e già procuratore pubblico: «Se per esempio mi affido a un commercialista per la dichiarazione d’imposta devo poter contare sulle sue competenze e sulle sue conoscenze del diritto svizzero».