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A Stabio il Comune dà una mano a conciliare famiglia e lavoro

Ancorati al regolamento anche congedi per assistere figli e congiunti malati. Per Pro Familia è un esempio da seguire e assegna il marchio ‘Family Score’

Le leggi vengono in aiuto (Ti-Press)
27 settembre 2021
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Il lavoro da una parte e la famiglia dall’altra: farli convivere spesso e volentieri è come inseguire la proverbiale quadratura del cerchio. Tutto sta in una parola chiave: conciliabilità. In alcuni luoghi di lavoro resta ancora a un miraggio, ma c’è anche chi in aziende pubbliche e private l’ha ancorata, nero su bianco, nei propri regolamenti interni. L’obiettivo dichiarato ? Aiutare le lavoratrici (soprattutto) e i lavoratori costretti a delle vere e proprie acrobazie a intrecciare con maggiore facilità vita lavorativa e vita privata. Il Comune di Stabio ne ha fatto un suo punto programmatico. Tanto da alzare l’asticella della compatibilità tra la quotidianità professionale e familiare nell’esistenza dei dipendenti pubblici, a tal punto da guadagnarsi il riconoscimento ‘Family Score’, primo Comune ticinese e uno dei pochi in Svizzera a fregiarsi del ‘marchio’ di Pro Familia. Il Municipio di Stabio ne fa un motivo di orgoglio. In effetti, sottolinea consegnando nelle mani dei consiglieri comunali un nuovo pacchetto (il quinto) di misure integrative del Rod (Regolamento organico dei dipendenti), è la dimostrazione “dell’esistenza di una solida rete di ascolto e fiducia reciproca tra i vari componenti dell’organizzazione comunale di Stabio, necessaria a garantirne l’ottimale funzionamento e alla base della qualità dei servizi elargiti ai nostri cittadini”.

In bilico tra vita privata e professionale

Tastato il polso al personale, l’esecutivo ha voluto interpellare la Commissione ad hoc così da perfezionare quei correttivi utili a determinare “un ulteriore miglioramento nella conciliabilità vita lavoro”. Un altro passo avanti che avvicina l’amministrazione locale al nuovo quadro legislativo a livello federale. Si è quindi messo mano ai congedi, modulandoli sulle nuove esigenze codificate dalla Confederazione, si sono adeguate le ferie (in particolare a favore delle persone tra i 20 e i 45 anni) e si è regolamentato il telelavoro. Come ogni datore di lavoro, del resto, anche un ente locale non può non tenere conto della realtà sociale in cui viviamo. In altre parole, risulta difficile prescindere dal fatto, rende attenti la stessa Pro Familia, che il 70 per cento delle madri del nostro Paese vorrebbero aumentare il grado d’impiego se aiutate dalle condizioni quadro.

Congedi per figli e familiari malati

Occorre, dunque, rinforzare le basi della politica familiare. Non a caso giusto nella prima parte dell’anno, come ricorda il Municipio di Stabio, è entrata in vigore la nuova Legge sul miglioramento della conciliabilità tra attività lucrativa e assistenza ai familiari. “Il crescente bisogno di assistenza e cura al quale il sistema sanitario, da solo, non può far fronte, nuove forme di convivenza familiare e un numero sempre maggiore di donne che svolgono un’attività lucrativa – si fa presente nel messaggio –, hanno convinto le autorità federali di introdurre nuove norme che permettessero l’assistenza e la cura di familiari ammalati”. Ecco che accanto al congedo paternità – nel Comune di 20 giorni –, sarà concesso altresì un permesso per assistere figli e congiunti malati.

Come prima cosa l’autorità comunale lancia, infatti, un segnale e riconosce “le responsabilità genitoriali”, favorendo le condizioni quadro a sostegno delle famiglie e la conciliabilità vita-lavoro. In modo concreto si alza a 15 anni l’età della prole interessata e si assicura, in particolare, un congedo pagato a madri e padri confrontati con gravi problemi di salute (o infortunio) dei bambini. Uno stato, quest’ultimo, ribadisce l’esecutivo, che “rappresenta un profondo cambiamento nella vita di una famiglia”, esposta a “un enorme carico a livello emotivo e di tempo”. In questo modo un genitore potrà dedicarsi al proprio figlio – per 14 settimane nell’arco di 18 mesi – “senza che questo comporti la perdita del posto di lavoro o una riduzione del salario”.

Nel solco delle normative federali, Stabio recepisce, però, nel proprio Rod anche un altro principio: il lavoro dei familiari assistenti. Un ruolo, il loro, annota il Municipio, “molto importante per la società, dato che essi assumono una parte significativa delle cure prestate alle persone malate e in situazione di dipendenza”. E qui riuscire a conciliare l’impegno in famiglia con il lavoro può risultare arduo. Ecco perché si è pensato a una legge ed ecco per quale motivo il Comune ha introdotto questi nuovi congedi pagati. La lavoratrice o il lavoratore avrà così la possibilità di stare accanto al proprio familiare e trovare una soluzione idonea. Che si tratti del coniuge, del partner registrato o del convivente di fatto, dei genitori, o di sorelle, fratelli e suoceri. In questo caso il permesso sarà di tre giorni al massimo per evento, per un totale di 10 giorni all’anno.

Più vacanze e telelavoro codificato

Nel pacchetto di modifiche al Regolamento dei dipendenti si iscrivono poi altri due capitoli, il primo riferito alle vacanze e il secondo al lavoro a distanza. Due revisioni che, a loro volta, in modo indiretto sono da leggere a vantaggio della serenità familiare. Nel caso delle ferie, si parte dal presupposto che se si analizza quanto avviene a livello nazionale, si nota che “i giorni di vacanza riconosciuti in Svizzera sono cresciuti negli ultimi 25 anni”. Non solo, “nella fascia 20-49 anni i lavoratori in Svizzera beneficiano in media di 5 settimane di vacanza”. Di conseguenza l’esecutivo ha deciso di proporre un adeguamento per la fascia di età 20-45 anni uniformandola e concedendo a tutti 25 giorni di ferie. Tutto ciò senza nascondere che fra gli obiettivi c’è pure quello di “migliorare l’attrattività del Comune di Stabio come datore di lavoro”. Non da ultimo, l’autorità locale intende promuovere il telelavoro, laddove “le condizioni lavorative lo permettano”. Le ragioni? Almeno due: l’esigenza di regolamentare la prassi e l’opportunità, una volta di più, di “conciliare i bisogni vita-lavoro”.