Lo stralcio di un collegamento di servizio da parte di Breggia fa insorgere gli abitanti della zona di via A. San Martin
Alcune decine di metri di strada in più nel verde di Sagno: sino ad alcuni mesi orsono erano un dato di fatto. Un tratto deciso tracciato sulla mappa e vincolato al Piano regolatore. Quello stesso Pr che nel 2008 l’assemblea (straordinaria) dell’allora Comune della Valle di Muggio aveva fatto suo, assieme al Piano del traffico. Il collegamento, ribattezzato ‘S3’, sulla carta avrebbe, infatti, servito il futuro quartiere – oggi in cantiere – in località Brecc-Costa a valle (da sotto, insomma). L’intenzione, però, a distanza di anni – e di una aggregazione, adesso Sagno è frazione di Breggia – è rimasta tale. Una variante proposta dal Municipio di Breggia il novembre scorso ha, di fatto, cancellato progetto e strada. Nei piani la ‘S3’ non c’è più: stralciata. Per l’autorità locale si è trattato di una modifica di ‘poco conto’. Ma gli abitanti della zona non la vedono proprio così. Anche perché, nel frattempo, stanno prendendo forma, per mano di un promotore immobiliare della regione, due blocchi condominiali. Il che obbligherà i futuri residenti a utilizzare la via A. San Martin, l’unico accesso rimasto. Lo stesso utilizzato dal gruppo di abitanti che adesso chiede all’esecutivo – con copia al Dipartimento del territorio (Dt) – di tornare sui suoi passi.
«L’agire dell’autorità comunale ci penalizza», ci dicono chiaro e tondo i portavoce del drappello di residenti, alquanto arrabbiati per la scomparsa dalle mappe di quel collegamento. Tanto più, aggiungono, che della revisione hanno saputo prima di Natale, durante un incontro informativo, e a lavori ormai più che avanzati. «Rinunciare alla nuova strada significa sovraccaricare la via A. San Martin, che già ha risentito del viavai per il cantiere, e veder aumentare il traffico in modo ingiustificato», ci spiegano poi mostrandoci gli avvallamenti lungo quella che è una strada di quartiere con risalite e discese ripide, senza marciapiede e con punti in cui l’incrocio di due veicoli appare difficoltoso. «Eppure a suo tempo, nel 2008 – ribadiscono alcuni degli abitanti del posto –, le ragioni che avevano portato alla creazione del nuovo accesso di servizio, dando modo di raggiungere le future costruzioni sia da sopra – la via A. San Martin, appunto, ndr – che da sotto, erano chiare e in linea con le disposizioni cantonali e federali in tema di pianificazione: la strada era stata ritenuta necessaria e utile». Ai loro occhi oggi la sola via su cui affacciano le loro abitazioni (una dozzina) non basta allo scopo. «Come abbiamo fatto notare al Municipio e al Dt – ci sottolineano – non capiamo come una decisione assembleare possa essere annullata, a distanza di tempo, a seguito di un accordo con i privati che stanno realizzando i condomini».
Come è stata motivata questa decisione? «A seguito delle lamentele, l’esecutivo ha precisato che, all’epoca, ci si era orientati verso una nuova strada in previsione di una lottizzazione e della creazione, quindi, di case unifamiliari. Ora però che il progetto è cambiato, l’accesso non si giustifica più, sebbene l’autorità sia consapevole dei limiti strutturali di via A. San Martin». Questa spiegazione per gli attuali residenti, che hanno affidato i loro dubbi a una raccomandata indirizzata a esecutivo e Dipartimento, non basta. “Chi sta realizzando la costruzione – si scrive nella missiva – certamente risparmia i contributi di miglioria e questo è un vantaggio indiscutibile e immediato, perché discende direttamente dallo stralcio. Se si rendessero necessari interventi per migliorare la viabilità della via A. San Martin a seguito del prevedibile aumento del transito – si legge, però, subito dopo – chi ne dovrebbe sostenere gli oneri?”. L’impressione, non sottaciuta dagli abitanti della via, è che si applichino “due pesi e due misure, a parità di condizione”.
Gli interrogativi, dunque, si affollano e allo stesso modo si fa largo l’esigenza di avere delle risposte esaurienti. Sin qui a reagire alle sollecitazioni è stato, in due occasioni, l’Ufficio della pianificazione locale del Dt, che, ancora di recente, ha informato i residenti di non aver ricevuto per ora alcuna richiesta formale da parte dell’esecutivo per l’esame della modifica del Piano regolatore di Sagno. Insomma, affaire à suivre.