L’Istituto scolastico ha scelto di dedicare l’anno al grande tema dell’ambiente e del rispetto della natura. Per rendere il Comune... ‘StaBiologico’
Gli alunni di Stabio stanno dalla parte di Greta (Thunberg). È vero, l’idea di dedicare l’anno scolastico all’ambiente che ci circonda è venuta, per primo, al Consiglio di direzione. I bambini delle Elementari e della scuola dell’infanzia comunali, però, non se lo sono fatti ripetere due volte e scenderanno in... campo al grido di ‘StaBiologico’. Per due settimane (fino al 20 settembre) l’attività in classe (e fuori) sarà all’insegna del rispetto del territorio e di madre natura. Un’esperienza vissuta letteralmente sul terreno che entrerà a far parte del bagaglio dei futuri cittadini. E c’è da credere che anche le materie canoniche saranno ‘masticate’ più volentieri. Gli abitanti del Comune, quindi, non si dovevano stupire, venerdì, nel vedere drappelli di scolari esplorare il paese con altri occhi. All’Istituto scolastico comunale si respira aria di ‘grandi manovre’: la sfida è di quelle impegnative, ma si è già pronti per l’appuntamento con il futuro. «Per la scuola dell’infanzia come per le classi dalla prima alla quarta è stata una giornata particolare – ci conferma la direttrice Sonia Lurati –. Un momento che sarà parte integrante di due settimane durante le quali ci prefiggiamo di sensibilizzare i bambini sul rispetto per l’ambiente e il territorio, coinvolgendo attori pubblici e privati, a cominciare dai servizi comunali, che hanno risposto in modo positivo al nostro appello». Sullo sfondo, del resto, c’è un tema di stretta attualità come il cambiamento climatico. E il contributo che le istituzioni locali e cantonali al pari dei Musei della civiltà contadina di Stabio e di storia naturale di Lugano, di Pro Natura o di Pro Specie Rara possono dare è significativo.
Come è stata reinterpretata quest’anno la Giornata nazionale ‘Clean up day’? «Visto che il nostro è un paese particolarmente lindo – ci spiega la direttrice –, abbiamo pensato di non tuffarci in operazioni di pulizia, bensì di riflettere su come non sporcare e su quale fine fanno i nostri rifiuti». La ‘missione’ ha portato i più piccoli a vedere in azione gli operai del Comune con scopatrice e soffiatrice, mentre gli allievi di prima e seconda sono andati in visita all’Ecocentro (a fare da Cicerone la capodicastero Ambiente Katia Fabris). I più grandicelli delle terze e delle quarte, invece, sono saliti sul treno, destinazione San Martino e due realtà diverse: un’azienda di riciclaggio e una fattoria.
«Ci rendiamo conto che stiamo affrontando una grande tematica: come rendere il mondo più pulito e sostenibile – riconosce Sonia Lurati –. Ma confidiamo attraverso i bambini di coinvolgere pure gli adulti». E gli alunni come reagiscono a questi stimoli? « Sono curiosi e felici di vivere così la loro scuola – conferma la direttrice –. Il nostro ‘leit motiv’ è uscire e appropriarsi del territorio, per conoscerlo meglio. Questa esperienza sarà portata poi a casa per una sorta di scambio educativo tra figli e genitori. A quel punto il nostro desiderio è che quanto imparato entri a far parte della vita delle famiglie». Ogni piccolo gesto, in effetti, può fare la differenza: dalla creazione di una saponetta – operazione nella quale si cimenteranno gli allievi – alla scoperta della biodiversità di un orto, dagli incontri ravvicinati con le api o l’habitat di un fiume all’andare a scuola a piedi (anzi, con il Pedibus lungo le sue tre linee) grazie alla simpatica mappa disegnata su misura per i bambini di Stabio.
«Ciò che ci sta a cuore – ci rende attenti la direttrice – è mandare dei messaggi positivi, mostrando le buone pratiche che avvengono all’interno della scuola. Non possiamo dimenticare che stiamo formando i futuri cittadini. Per noi sono i futuri adulti, consapevoli del loro territorio». Una volta di più, dunque, sarà strategico il ruolo dei docenti, chiamati a portare nella quotidianità di classe preziose regole di vita. «Ogni anno inviamo ai collaboratori una cartolina di buon anno scolastico. Questa volta abbiamo scelto un proverbio Navajo, ‘Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli’». Greta, di sicuro, sarebbe d’accordo.