Conclusa la demolizione dello stabile in piazza del Ponte. Il presidente del Comitato referendario Baragiola: 'La prima impressione? Positiva'
Vedere solo macerie lì dove sino a ottobre c’era ancora l’ex Jelmoli fa un certo effetto. A Mendrisio le ruspe hanno fatto il loro lavoro: in un paio di mesi il palazzo è venuto giù, un muro alla volta. Adesso non si torna più indietro: la volontà popolare (quella espressa prima firmando una petizione, poi, nel 2016, votando il referendum) è stata rispettata. Certo la demolizione dello stabile non è che il primo atto verso la riqualifica e, in un certo senso, la ‘riconquista’ urbana di piazza del Ponte, ‘cuore’ del Borgo. Ri-dare un’impronta pianificatoria a questo spazio, infatti, prenderà altro tempo e altre energie (anche perché vincoli non se ne sono messi, per ora). Nel frattempo, si possono prendere le misure della ‘nuova’ piazza.
Qual è l’impressione iniziale, chiediamo a Giampaolo Baragiola, presidente del Comitato ‘Un’effimera Piazza del Ponte? No, grazie’. «Direi positiva: lascia ben sperare – ci risponde –. Lo spazio ha un senso (e non è ampio) e le criticità non sono così grandi come taluni paventavano. Penso, quindi, che sarà possibile realizzare qualcosa di semplice, ma bello». La soluzione provvisoria prevista – firmata da Otto Krausbeck –, del resto, non dispiace. «Adesso la piazza bisogna farla vivere – rilancia –. Il futuro? Non è dietro l’angolo. L’idea di costruire di nuovo non sarà abbandonata tanto presto».