Mendrisiotto

Mendrisio: piazza del Ponte divide (ancora)

I favorevoli alla demolizione dell'ex Jelmoli adesso puntano alla sistemazione definitiva. Intanto, c’è chi si oppone al progetto stradale

C'è chi attende gli ultimi ritocchi (Ti-Press)
13 luglio 2019
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Incompiuta. Oggi Piazza del Ponte a Mendrisio resta un luogo di aggregazione in cerca di identità. E questo è un dato di fatto. Non è bastato, però, un referendum (vinto dai promotori) e un primo assaggio di libertà... spaziale per quietare gli animi. Quel ‘cuore’ urbano del Borgo continua a essere un tema divisivo. Ancora non si sono posate le panchine e la fontana o si è ultimata l’illuminazione che già il Ppd, buttandola in politica, ha stroncato il nuovo arredo urbano (pur se provvisorio), marchiandolo come una “bruttura”. Ma c’è di più: neppure il progetto stradale ha superato indenne il test della pubblicazione dei piani (cfr. ‘laRegione’ del 12 giugno). Scaduti i termini giusto mercoledì, all’Ufficio tecnico comunale non è ancora iniziata la conta delle opposizioni, ci dicono. Di sicuro, però, non ne mancano. Anche il nuovo assetto viario (peraltro temporaneo), tra sensi unici (sull’asse via Andreoni-via Croci) e zone a 20 orari sperimentali (per un anno), non ha convinto tutti. Così mentre c’è chi già rimpiange l’ex Jelmoli, altri – in prima linea il Comitato ‘Un’effimera Piazza del Ponte? No, grazie! – puntano a una vera rinascita e soprattutto a una soluzione definitiva. Nelle ultime ore, intanto, si è cercato di ‘grattar’ via un po’ del nero-asfalto che poco è piaciuto al Ppd. L’area prima occupata dal palazzo avrà, quindi, un colore tendente al grigio, che la farà distinguere. E l’impatto visivo sembra già essere diverso. Del resto, a chi ha sostenuto il referendum (e l’abbattimento dell’ex Jelmoli) quel ‘vuoto’ continua a piacere. Certo, bisogna farci l’occhio. Poter contare su uno spazio libero che restituisce aria e luce alla piazza è una nota positiva, ci fa capire il presidente del Comitato Giampaolo Baragiola. Un giudizio sull’arredo? «Vediamo a lavori ultimati l’effetto che fa. In ogni caso – ci conferma –, il Comitato si esprimerà a breve sul risultato della sistemazione provvisoria. Ma soprattutto valuteremo i passi che dovranno seguire in futuro». Insomma, non bisogna fermarsi qui. «Di sicuro –ribadisce Baragiola – il nostro obiettivo non è questo. L’arredo attuale non è che la prima tappa del percorso. Noi ci aspettiamo di vedere ultimata Piazza del Ponte, e il prima possibile». Un traguardo che, chiusa la fase transitoria, si potrà raggiungere solo passando (di nuovo) da un concorso di idee e una pianificazione comunale.

Il nodo viario, e non solo

Tra chi, oggi, critica il progetto stradale, deciso a dare la precedenza al pedone, vi è la sensazione di un’assenza di visioni e la percezione che si stia navigando a vista. Uno dei punti dolenti della soluzione viaria? «A lasciare perplessi è il fatto di deviare il traffico su una strada residenziale non idonea ad accogliere certi flussi veicolari», ci spiega il firmatario di un’opposizione. Di sicuro la viabilità sarà un altro ostacolo da superare, assieme allo strascico di contestazioni. Anche se il vero nodo rimane il destino dell’area su cui sorgeva l’edificio che ora è solo un ricordo. È vero, agli atti c’è il principio di “non più edificare”, ma a titolo provvisorio. La popolazione ha scelto la via da seguire, ma vista dai servizi cantonali quel vuoto urbano andrà riempito (in qualche modo). Lo stesso Ufficio dei beni culturali nel vergare il preavviso alla tappa attuale annotava come “tale comparto merita la massima attenzione e dal punto di vista storico occorrerebbe costruire, possibilmente in tempi brevi e in corretta relazione con i vari elementi esistenti”. Il primo a dover capire in che direzione andare sarà il Municipio.